La nascita del nuovo Movimento che vede Giuseppe Conte come futuro segretario incontrerà ostacoli dovuti all’aspirazione dell’ex premier di porre ai margini il fondatore Beppe Grillo. L’ex premier non vedrà mai sorgere il ‘suo’ Nuovo Movimento’ perchè non sarà mai possibile ‘dividere’ Grillo dalla sua creatura.
Fu lo stesso Grillo a volere Giuseppe Conte al comando del Nuovo Movimento Cinque Stelle nell’incontro di Bibbona.
Grillo è rimasto emotivamente coinvolto nelle vicende che hanno coinvolto il figlio Ciro, accusato di stupro e altro, senza comunque disinteressarsi della sua creatura politica. Il primo punto sostanziale riguarda la regola dei due mandati, dalla quale non è possibile derogare. A dispetto della sua volontà Conte era, spinto da Luigi Di Maio, pronto ad elaborare una deroga sottovalutando che Grillo è un ‘garante’ di nome e di fatto. Ovvero è insostituibile, fornendo in qualità di garante il suo ‘benestare’ per ogni linea e scelta politica elaborata.
Conte pensando a Luigi Di Maio e altri nelle sue condizioni, aveva intenzione di lasciare il tutto sospeso a mezz’aria ma riservandosi da capo, di permettere deroghe di merito.
Grillo in seguito riconfermò a Roma la designazione dell’ancora presidente del Consiglio a rifondatore e capo del MoVimento. Fu una designazione propedeutica alla conferma, anzi al rafforzamento della scelta di governo a favore di Mario Draghi. Conte si dice ora ‘disorientato’ reclamando ‘svolte’ dovute anche, a suo dire, a causa di qualche “lealtà” tradita lungo la strada. E “leale” appunto è il “sostegno” che Conte ha promesso a Draghi pur contestandone la linea, secondo lui troppo condizionata da Matteo Salvini e da Silvio Berlusconi.
Il segretario del Pd Enrico Letta ha programmato un viaggio elettorale insieme a Conte in Calabria. Ma un richiamo gli è appena venuto da sinistra con un articolo dell’anziano filosofo Biagio De Giovanni. Il quale sul Riformista ha scritto che, per quanto non felicissimo – a mio avviso – nelle scelte dei candidati alle elezioni amministrative d’autunno, “il centro-destra è in reale, effettivo movimento, in un dibattito ancora confuso e dagli esiti incerti, tuttavia sta lavorando sulla propria fisionomia, come una coalizione che si appresta a governare”. E “invece il centro-sinistra appare una “forza” acefala, sempre in attesa di qualcosa”. In particolare “oggi è il Pd in attesa di Conte che sta provando a raccattare pezzi dei 5 stelle dispersi a destra e a manca”.
Conte è smanioso di avere una classe dirigente M5s a sua immagine e somiglianza e di avere mano libera sulla compilazione delle future liste elettorali. In una parola, non vede l’ora di disfarsi dei vari Di Maio & company, di tutta la vecchia guardia che potrebbe fargli ombra.
Beppe Grillo in questo caso non è stato rigido, ma è stato irremovibile sull’uso del simbolo quando Conte era in procinto di inserire il proprio nome assieme a quello del Movimento 5 Stelle. Di questo si è discusso nell’ultimo incontro ed anche su questo fronte il leader in pectore è stato respinto.
‘È un modo per prendersi il partito, altro che aumentare il consenso’, spiegano dal Movimento. Già, perché inserire il nome Conte sulla scheda elettorale per l’ex premier vorrebbe dire allargare il consenso elettorale dei 5 Stelle. Non la pensa così invece il fondatore: ‘L’ex Premier non ha voluto fare una lista propria per paura di non avere abbastanza consensi ed ora vuole ‘appropriarsi’ di quella del Movimento’.
“Se volevano ‘disinnescare’ Beppe Grillo con la scusa dello statuto e la nascita del nuovo Movimento non ci sono affatto riusciti”, dichiara infatti un esponente del Movimento: “Si è fatto di tutto per tentare di metterlo ai margini ma la nuova leadership dovrà farsene una ragione: non è possibile ‘dividere’ Grillo dalla sua creatura”. Il comico Genovese, in prima fila tra coloro che avevano voluto Giuseppi come volto nuovo del partito, in vista di un cambio di immagine finalizzato ad arginare la terribile emorragia di consensi dovuta ai vorticosi giri di valzer del Movimento, non vuole mollare la presa. Non solo. Nell’oramai celebre incontro di Bibbona, Grillo avrebbe sbarrato la strada a Conte opponendosi a numerose sue proposte.
Tra i punti di maggior contrasto ci sarebbe in particolar modo proprio il tema del doppio mandato e Conte starebbe architettando un bel reset globale prima di mettersi al timone di quello che ama definire come Movimento CinqueStelle 2.0.
Beppe Grillo, al contrario, sarebbe ben pronto ad accettare ulteriori modifiche rispetto alla linea originaria. Cosa che non sorprende vista l’originaria politica anti-europeista perseguita dal partito (con tanto di proposta di referendum per uscire dall’Euro) e la guerra dichiarata (ma solo a parole) al Partito democratico, prima di stringere un proficuo sodalizio proprio coi dem. “Il fondatore non è mai stato ‘super rigido’ sulle regole: basti pensare che è quello che ha aperto al governo dell’ex presidente della BCE, Mario Draghi”, spiegano dal gruppo parlamentare giallo.
L’Opa di Conte al Movimento è stata lanciata, resta da comprendere come si concluderà lo scontro col padre putativo del partito.