Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, accompagnato dal sindaco di Norcia Nicola Alemanno visita la cattedrale, Norcia, 15 settembre 2020. ANSA/GIANLUIGI BASILIETTI

M5S tra Piepoli e partito di Conte

M5S, fari puntati sul ‘comitato dei 7’ mentre calano le quotazioni di un possibile partito di Conte. Nelle chat dei parlamentari pentastellati rimbalzano le previsioni del sondaggista Nicola Piepoli. Che in un’intervista a ‘Libero’ ha profetizzato come in caso di divorzio definitivo, né il M5S di Beppe Grillo né un eventuale partito di Giuseppe Conte supererebbe l’8%. Uno scenario aggravato peraltro dalla riforma del taglio dei parlamentari, che di fatto ridurrebbe al lumicino le speranze di un ritorno a Montecitorio e Palazzo Madama per molti eletti grillini.

 

Ilvo Diamanti scrive per ‘La Repubblica’: “La storia degli ultimi anni insegna che le leadership si affermano ma anche che si consumano in fretta. A Grillo e all’ex premier conviene l’intesa”, scrive il politologo; mettendo in guardia Conte dai rischi che deriverebbero da una possibile discesa in campo con un partito personale, alla luce del consenso “volatile” dell’elettorato italiano. Su tutto grava il timore di fare la fine di Monti, che con Scelta Civica non fu in grado di capitalizzare il consenso”. Per tutte queste ragioni  i ‘contiani’  sarebbero scesi a più miti consigli. E  ripongono nel cassetto  l’idea di separarsi dal Movimento 5 Stelle per seguire l’ex presidente del anno trascinato in una rottura definitiva.

Pensare che fino a venerdì scorso, spiegano fonti pentastellate, Conte sarebbe stato impegnato in una intensa attività di scouting. L’avvocato pugliese, raccontano, nella fase in cui il rapporto con Grillo sembrava irrimediabilmente compromesso, avrebbe chiamato diversi esponenti del M5S. Ha  provato a convincerli della bontà del suo progetto, sempre più lontano dal Movimento a trazione Grillo: venite con me, facciamo una cosa nuova: il Movimento ormai è una ‘bad company’, c’è spazio per organizzare qualcosa insieme: era il leitmotiv dell’ex premier. La scelta del garante di nominare il ‘comitato dei sette’ con l’obiettivo di cercare una mediazione con Conte ha però sparigliato le carte in tavola. E ha stoppato i piani degli scissionisti. Ora i riflettori sono puntati su questo direttorio provvisorio.

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