Openpolis: ‘Sparito il file dei fondi spesi da Arcuri’

La Fondazione Openpolis,  indipendente, si occupa di accesso alle informazioni pubbliche.

A inizio luglio, il Commissario straordinario per l’emergenza Covid, generale Figliuolo, aveva pubblicato l’elenco dei pagamenti effettuati tra marzo e giugno dalla struttura. Pari a 1,2 miliardi di euro. Relativi a bandi indetti nel periodo in cui il commissario era Domenico Arcuri. E’, in pratica, il  giallo dei doppi fondi per le forniture scolastiche.

Giorgia Meloni, su Facebook ripercorre la vicenda:

Oggi – scrive la leader di Fratelli d’Italia – Openpolis denuncia che il file contenente l’elenco dei pagamenti è stato sostituito da un altro elenco. Da cui sono stati eliminati 63 pagamenti, per 137 milioni di euro totali. E i pagamenti eliminati dal nuovo file riguardano tutti la fornitura di attrezzature scolastiche. In un anno e mezzo di pandemia – conclude il post – sono davvero troppi gli episodi opachi di affidamenti milionari. E scandali che hanno coinvolto la gestione delle misure per il contrasto al Covid-19. Gli italiani pretendono chiarezza e trasparenza.  Il governo chiarisca immediatamente la grave anomalia segnalata

Lo scorso 20 luglio – si legge sul sito di Openpolis – abbiamo raccontato dell’elenco dei pagamenti. Liquidati dal commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo. “Tuttavia, alcuni giorni dopo la pubblicazione del nostro articolo, il file è stato sostituito da un altro elenco. Questa nuova lista conta però 63 pagamenti in meno rispetto alla precedente. Per un totale di 137 milioni di euro. Liquidati dal 1 aprile al 28 giugno scorsi.  Parliamo dello spazio dedicato al commissario straordinario all’interno del sito del governo italiano. Nel quale vengono pubblicati due elenchi diversi tra loro. Nel giro di pochi giorni. Pagamenti che, almeno in teoria, dovrebbero essere già stati effettuati. A beneficio delle aziende fornitrici. E che però sembrano essere spariti.

Dopo la Corte dei Conti anche la Procura di Roma indaga sulle oltre 157 milioni di siringhe di precisione “luer lock” comprate dall’ex super commissario  e pagate circa 10 milioni di euro. Il fascicolo affidato al pm Antonio Clemente è senza indagati né ipotesi di reato. Il lascito di Arcuri sulle strategie anti Covid è sempre più negativo.

Il costo delle siringhe ‘luer lock’ pagato dalla struttura commissariale è risultato decisamente più alto delle normali siringhe che in tutto il mondo si stanno usando“.

Secondo la ricostruzione de La Repubblica, si starebbe parlando di oltre 157 milioni di siringhe pagate circa 10 milioni di euro. Della questione si era già interessata anche la Corte dei Conti. I magistrati contabili vogliono valutare il rapporto costi-benefici:  “se i benefici dell’unica siringa in grado di estrarre 6 dosi, invece di 5, da ogni fiala del siero Pfizer siano proporzionati ai costi”.

Oltre alla questione della spesa si aggiunge l’aggravante che tali siringhe in diversi casi sono risultate inadatte: alcune strutture  tra cui la casa di cura Pio Albergo Trivulzio di Milano per varie difficoltà non le utilizzò. “Inoltre in alcuni centri vaccinali (Lombardia, Sicilia ed Emilia-Romagna) sono state riscontrate evidenti difficoltà: queste siringhe non erano adatte per estrarre dalle fiale la quantità esatta di vaccino per somministrare sei dosi per flacone”.

L’ex commissario, come rivelato da La Repubblica, può contare su tre documenti che dimostrerebbero come si sia semplicemente attenuto alle indicazioni fornite dalla casa farmaceutica americana. Anche l’Aifa, in un documento interno, avrebbe certificato la validità di quelle siringhe. I riflettori della procura di Roma sono proprio puntati sulla verifica di tali motivazioni

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