La Borsa di Milano (+0,4%) imbocca la strada del rialzo, in linea con gli altri listini del Vecchio continente. A Piazza Affari sugli scudi Unipol (+2,2%), dopo i conti positivi del semestre e la cedola scongelata.
Andamento negativo per le banche, alle prese con le ipotesi del consolidamento del settore. Lo spread tra Btp e Bund è stabile a 102 punti base, con il rendimento del decennale italiano scende allo 0,55%.
Seduta all’insegna del buonumore per Amplifon (+1,3%), Stm (+1%) e Stellantis (+0,9%). Bene anche Tim (+0,3%), con l’accordo di coinvestimento di iliad in FiberCop sulla fibra.
Andamento negativo per gli istituti di credito. In fondo al listino Bper (-1,2%), Mps (-1%), alle prese con l’ipotesi di una operazione con Unicredit, Banco Bpm (-0,7%), dopo l’intervista dell’amministratore delegato Giuseppe Castagna sul futuro della banca e il risiko. e Unicredit (-0,1%). Poco mossa Intesa (+0,08%). In rosso i titoli legati al petrolio con il calo del prezzo del greggio. Debole Eni (-0,5%), Tenaris (-0,6%), e Saipem (-0,2%).
Le Borse europee, dopo un timido tentativo di rialzo, proseguono deboli ma vicine ai livelli record. Sotto i riflettori restano le future mosse delle banche centrali sugli stimoli alla ripresa economica. Resta alta l’attenzione sul fronte dei contagi della variante delta del coronavirus con l’impatto sull’economia. Sui mercati pesa anche il calo del prezzo del petrolio con il Wti che scende a 65,78 dollari al barile e il Brent a 68,25 dollari. Sul fronte valutario l’euro sul dollaro è poco variato a 1,1760 a Londra. Piatto l’indice stoxx 600 (+0,04%). In calo Londra (-0,26%), piatte Parigi (-0,02%), Francoforte e Madrid (-0,07%). Sui listini pesa il comparto dell’energia (-1%) con il calo del greggio. Male anche il comparto dell’euro (-0,6%) e le banche (-0,3%). Si mostrano ben intonate le utility (+0,8%) e la farmaceutica (+0,6%). L’incremento dei contagi spaventa il settore del turismo (-0,9%) e le compagnie aeree (-0,8%). Tra queste ultime sono in calo easyJet (-2,2%), Ryanair (-0,5%) e Lufhtansa (-0,3%). Gli investitori guardano sempre con grande interesse ai prezzi delle materie prime. L’oro scende del 2,7% a 1.744 dollari l’oncia. In flessione anche l’argento (-4%), il minerale di ferro (-3%) e il rame (-0,9%).