Allo Studio Museo Francesco Messina 20 lavori di Andreas Senoner, vincitore del VI edizione del premio Cramum
Allo Studio Museo Francesco Messina di Milano fino al 29 agosto è visibile “Transitory Bodies”, la personale di Andreas Senoner, vincitore della VI edizione del premio Cramum. Il curatore della mostra Sabino Maria Frassà ha spiegato: «Andreas Senoner dà forma con il legno alla fragilità e alla solitudine umana: frammenti di corpo trafitti da spine o ricoperti da piume e licheni raccontano il nostro vivere sospesi, in attesa di un cambiamento e di una rinascita che sembrano non arrivare mai».
Le parole di Andreas Senoner
La mostra nasce dalla VI edizione del Premio Cramum, di cui sei stato vincitore nel 2018. Che cosa significa per te aver vinto questo premio?
«Essere il vincitore del VI Premio Cramum è per me una grande soddisfazione. Mi ha permesso di avviare un percorso fatto di interazioni con professionisti del settore che ha portato molti benefici al mio percorso artistico, con la copertina di un libro, e termina ora con la personale appena inaugurata allo Studio Museo Francesco Messina. In questi tre anni ho lavorato a questa mostra, ampia con venti opere, in un museo civico: un passo importante in qualche modo di sintesi del percorso fatto finora».
Come sarà articolato il percorso espositivo?
«Insieme al curatore Sabino Maria Frassà ho cercato di integrare il mio lavoro nell’allestimento permanente dell’opera di Messina, con l’intento di trovare un equilibro e creare delle sinergie tra le due ricerche scultoree. L’idea del curatore è stata quella di creare una sorta di “Wunderkammer ontologica” per far emergere la mia visione dell’arte, della scultura e della figurazione dal dialogo con un modello di scultura diverso dal mio. L’ampio percorso espositivo si articola in cinque ambienti su tutti i quattro piani del museo, e da risalto al percorso di ricerca che ho portato avanti negli ultimi tre anni. Ogni ambiente è quindi una parte del mio lavoro, parte del percorso verso quello che Frassà ha definito in modo per me molto puntuale quale tensione all’ermetismo e una scarnificazione dei personaggi da me ritratti».
Quali aspetti della tua ricerca emergono, in particolare, dal percorso espositivo al Museo Francesco Messina?
«La mia produzione si è sviluppata nel corso degli anni: mi sono focalizzato in generale sull’elaborazione di temi come la metamorfosi, l’eredità e la stratificazione, sia simbolica che materiale. Le opere in mostra evidenziano bene lo sviluppo di questi temi, e forniscono al visitatore una panoramica sui processi di realizzazione e i materiali che impiego. Il punto di forza di questa mostra è raccontare un passaggio che sto vivendo per me fondamentale il passaggio dalla figura intera al frammento, che considero come metafora dell’esistenza umana e del momento che viviamo. Per quanto riguarda il processo artistico per me composto da tre elementi imprescindibili: curiosità, intuizione ed esperienza. Parte della mia ricerca è sfruttare le caratteristiche dei materiali che scelgo, manipolandoli in funzione del messaggio che l’opera andrà a trasmettere. Considero la scultura un processo di creazione, fatto di scelte individuali che determinano l’estetica finale e il messaggio l’opera trasmette all’osservatore».
Nel tuo lavoro utilizzi il legno, provieni da un’area geografica in cui è presente una forte tradizione legata alla scultura lignea e parallelamente hai condotto un percorso di studi tra Firenze, Valencia e Minneapolis. Come nel tuo lavoro si condensa questo percorso?
«L’Alto Adige ha una grande tradizione della scultura del legno, e fin da piccolo ho avuto modo di frequentare laboratori e studi di artisti. Qui ho avuto una formazione classica incentrata sullo studio della figura umana. Il percorso accademico a Firenze, Valencia e Minneapolis mi ha permesso di ottenere conoscenze più approfondite dei vari aspetti dell’arte contemporanea, e mi ha dato i mezzi per formare un linguaggio personale che conserva tuttavia le mie radici altoatesine. Nella mia produzione artistica attuale riprendo le modalità operative della scultura tradizionale rielaborandole in chiave contemporanea e in funzione del messaggio, ricercando un linguaggio legato alla concretezza dei materiali che uso e alle tematiche che tratto, con l’obiettivo di instaurare un dialogo e creare dei parallelismi con la memoria di chi osserva».
Dove potremo vedere i tuoi lavori nei prossimi mesi?
«Nei prossimi due mesi sarò ospite in una residenza per artisti nel nord della Svezia. Lì ho intenzione di usare i laboratori e il contesto in cui vivrò per lavorare su temi e estetiche nuove. Presenterò il risultato di questi due mesi di lavoro il prossimo autunno nelle mostre che ho in programma. A ottobre parteciperò a una collettiva sul tema del Romanticismo a Modena, mentre a dicembre esporrò insieme ad altri tre artisti in una chiesa a Milano. Infine sarò ad ArtVerona con Isolo17 Gallery». (SC)
By redazione – exibart.com