“Siete a conoscenza di quanti e quali inquinanti vengono emessi nell’aria per garantire la produzione a caldo dell’acciaieria tarantina” e di “quanti e quali danni, spesso irreversibili, tali inquinanti procurano all’ambiente e alla cittadinanza?”. Sono due dei quesiti, accompagnati da numerose foto che documentano emissioni di fumi e polveri dallo stabilimento siderurgico Acciaierie d’Italia (ex Ilva) di Taranto, che l’associazione Genitori Tarantini Ets rivolge al premier Draghi e ai ministri Cingolani, Giorgetti, Orlando e Speranza. “Ci pregiamo inviare alcuni scatti fotografici – sottolinea il movimento di genitori – riguardanti lavorazioni dell’azienda Acciaierie d’Italia, effettuati da differenti zone della città di Taranto, durante gli ultimi 3 mesi. Ci sono pervenuti tramite numerosi cittadini (non ambientalisti) che vigilano perché oramai stufi di questa insopportabile realtà alla quale siamo costretti”.
Con riferimento “alla chiusura delle aree di produzione a caldo di Genova e Trieste – chiede l’associazione ai rappresentanti istituzionali – come intendete giustificare la continuazione della produzione di acciaio per mezzo del carbone, a Taranto, visto che la situazione attuale evidenzierebbe una sorta di razzismo ambientale?”. Ed ancora: “con riferimento alla sentenza di colpevolezza dello Stato italiano da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu), datata 24 gennaio 2019, cosa concretamente è stato fatto, ad oggi, per adempiere alla condanna?”. Quando “potremo tornare – concludono i Genitori Tarantini – a credere in Istituzioni della Repubblica italiana che tengano realmente in considerazione che tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un solo bambino?