Test di Medicina 2021 con errori. Ministro Messa: ‘Annulleremo le domande sbagliate’

Venerdì 3 settembre si è svolto il test di ammissione alla facoltà di Medicina, di Odontoiatria e protesi dentaria, che ha coinvolto 76 mila studenti diplomati. Alcune domande, però, si sono rivelate errate: dopo un’interrogazione parlamentare presentata da Manuel Tuzi, deputato del Movimento 5 Stelle della commissione Cultura, la ministra dell’Università, Maria Cristina Messa, ha preso una decisione. Ecco cosa succederà adesso.

Una prima denuncia riguardante la presenza di domande errate nel test è arrivata dai docenti della scuola di preparazione ‘Wau University’, martedì 4 settembre, il giorno dopo la prova. Hanno ricordato che se una domanda è errata, ovvero tra le opzioni non c’è la risposta corretta, ai candidati viene sottratto il punteggio relativo al quesito. Pertanto, la presenza di domande errate influisce soprattutto sulla graduatoria finale e sulla possibilità, o meno, di accedere al corso di laurea.

Martedì 7 settembre, attraverso una nota, Manuel Tuzi (deputato del Movimento 5 Stelle della commissione Cultura) ha spiegato di aver depositato un’interrogazione alla ministra dell’Università, Maria Cristina Messa, con l’obiettivo di fare luce sulla presunto – fino a quel momento – presenza di errori nelle domande e di risposte non abbinate correttamente all’interno del test di ammissione alla facoltà di Medicina, di Odontoiatria e protesi dentaria.

Le domande incriminate sarebbero almeno 4 (su 60) e riguarderebbero quesiti di chimica, biologia, logica e matematica. Queste domande, secondo quanto dichiarato da diversi candidati, sarebbero state poste in maniera ambigua o non congruente. In tutto gli studenti sottoposti al test sono stati circa 76 mila. I posti disponibili sono 15.200.

La ministra dell’Università, Maria Cristina Messa, ha annunciato che le domande sbagliate saranno annullate. Il test, quindi, non sarà ripetuto: semplicemente, non saranno conteggiati i quesiti ritenuti errati. La ministra ha aggiunto che incontrerà prossimamente le commissioni che preparano i test affinché la situazione non si ripeta in futuro.

Sul tema è già intervenuto il Codacons, che ha annunciato un ricorso collettivo al Tribunale amministrativo regionale del Lazio. L’associazione, nel darne notizia, ha denunciato inoltre irregolarità e violazioni delle disposizioni, parlando di uso di smartphone durante la prova, tempi di consegna non rispettati, anonimato dei candidati violato e carenze sul fronte della segretezza delle domande dei test.

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