Dall’indagine avviata dalla procura di Napoli, settima sezione, che ha portato questa mattina all’esecuzione di misure cautelari agli arresti domiciliari per un rider 30enne, accusato di tentato omicidio nei confronti di un suo collega, viene fuori un aspetto inquietante. La ‘guerra’ tra rider di diverse zone per il controllo del territorio, causa tra l’altro della lite che ha portato all’accoltellamento di un giovane rider nel marzo di quest’anno. “Non sei di Miano vattene e torna al centro storico” avrebbe detto uno dei due rider al collega, prima della lite. Ed è una questione che su scala cittadina preoccupa non poco.
Inoltre gli inquirenti hanno anche sollevato un altro aspetto: la sicurezza per i cittadini che ordinano attraverso le piattaforme. I soggetti che lavorano per le varie società non sono oggetto di controlli e alcuni di questi hanno anche precedenti penali per reati contro il patrimonio. Oltre al fatto, come nel caso di specie, di essere in possesso di arma da taglio. Nel mirino della procura finisce dunque un caso che accende i riflettori su un problema di portata ben più ampia, ovvero quello del controllo delle varie zone da parte di rider e gruppi di rider, che al momento non pare essere collegato ad aspetti legati alla criminalità organizzata.