Per l’imprenditore Vito Roberto Bernardone, 52 anni, attivo nel settore delle pulizie di edifici e hotel di lusso in tutta Italia sono scattati gli arresti domiciliari. I militari del comando provinciale della guardia di finanza di Roma hanno eseguito un’ordinanza su richiesta della procura della Repubblica capitolina. Gli organi inquirenti hanno anche applicato una misura interdittiva del divieto di esercitare la professione nei confronti di un commercialista. Bernardone ed il professionista sono entrambi indagati, a vario titolo, per le ipotesi di reato di Bancarotta fraudolenta, false comunicazioni sociali, dichiarazione fiscale infedele e indebita compensazione. L’autorità giudiziaria ha inoltre disposto il sequestro preventivo di somme, beni mobili ed immobili per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro, importo corrispondente al profitto dei delitti contestati.
Il provvedimento nasce dalle indagini svolte dal nucleo di polizia economico-finanziaria dopo la dichiarazione di fallimento della cooperativa Gsc Servizi S.c.a.r.l., che era al vertice del gruppo di imprese gestito da Bernardone e in cui erano inquadrati circa 800 lavoratori. Il manager è ritenuto ‘dominus’ della galassia societaria. E con l’aiuto del commercialista, l’imprenditore ha costituito e diretto una decina società, tutte intestate a compiacenti “prestanome” e a cui veniva formalmente sub-appaltata l’esecuzione delle commesse assunte dalla cooperativa capogruppo, che erano utilizzate, in realtà, come meri “contenitori” di forza lavoro, su cui far gravare gli oneri tributari e previdenziali. Attraverso l’indicazione di elementi passivi fittizi nelle dichiarazioni fiscali, dette società, attive solo per brevi periodi, maturavano rilevanti crediti Iva inesistenti, che venivano poi impiegati per compensare indebitamente gli ingenti debiti nei confronti dell’erario e degli enti previdenziali. Tale illecito meccanismo ha consentito al gruppo societario di accaparrarsi le commesse a prezzi insostenibili per le altre aziende, determinando una forte distorsione della libera concorrenza.