Senato: giunta dice sì ai domiciliari per De Gregorio

La giunta delle immunità del Senato ha votato sì agli arresti domiciliari per il senatore Sergio De Gregorio (Pdl) ritenuto responsabile, insieme a Valter Lavitola, della gestione irregolare dei contributi per l’editoria destinati al quotidiano l’Avanti. Sulla vicenda, indaga la Procura di Napoli. Per un solo voto (11i voti a favore, 10 i contrari), la giunta ha approvato la richiesta di arresti domiciliari avanzata dai Pm. A favore hanno votato Pd, Idv e Lega, contro, il Pdl, mentre il Terzo Polo era assente (quando si è votato, il capogruppo Udc Gianpiero D’Alia non era presente in giunta). Nessun dubbio invece sulla perquisizione dei container intestati al senatore e fermi al porto di Napoli.In questo caso, il sì della giunta è stato unanime. “Una decisione”, quella della Giunta, “controversa, ma doverosa e appropriata”, ha affermato il presidente Marco Follini su Twitter.

L’ultima parola ora spetta al Senato. Durante una seduta notturna della giunta, De Gregorio, aveva parlato di  ‘fumus persecutionis’ nei suoi confronti. Proprio per questo motivo, non aveva avuto alcun ripensamento nel mettersi a disposizione della magistratura per i “necessari chiarimenti”, offrendo anche le chiavi dei container per la perquisizione. Tuttavia i magistrati in quell’occasione si rifiutarono di riceverle. “Ho sempre avuto fiducia nella magistratura – aveva affermato De Gregorio – ma sulla serenità dei giudici, in questo caso, ho dei dubbi perché siamo di fronte al nulla indiziario”. Nell’ordinanza di custodia cautelare per De Gregorio, inviata al Senato il 16 aprile scorso, si contesta il reato di associazione per delinquere legata ai fondi per l’editoria. Risale al 2005 la discesa in campo di De Gregorio.

Prima prova alle regionali in Campania con Gianfranco Rotondi che aveva fondato la Democrazia Cristiana per l’autonomia (Dca); quindi nel 2006 grazie ad Antonio di Pietro entra in Senato con l’Idv che sosteneva il Centrosinistra di Prodi. Ma dura poco e l’esigua maggioranza di Prodi al Senato cede alla prima spallata. Viene eletto alla presidenza della Commissione Difesa con i voti del centrodestra. Quindi completa il ribaltone lasciando l’Idv e candidandosi con il Pdl nelle elezioni del 2008: eletto al Senato vota la fiducia al governo Berlusconi. In tanti parlano di soldi elargiti da Forza Italia per la ‘conversione’ del senatore. Cresce l’attenzione della giustizia: a giugno 2007 è indagato dalla Procura antimafia di Napoli per i reati di riciclaggio e favoreggiamento della camorra. Nell’aprile 2008 è iscritto nel registro degli indagati della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al riciclaggio. Ma il gip di Reggio Calabria archivia la vicenda. Si arriva così ad oggi: De Gregorio è indagato per truffa e false fatturazioni nell’ambito dell’inchiesta sui finanziamenti al quotidiano l’Avanti.

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