“Non voglio nascondermi. Non siamo noi testimoni di giustizia a dover essere protetti. Abbiamo fatto solo il nostro dovere. Sono loro, gli uomini e le donne della ‘ndrangheta, a doversi nascondere e ad essere fermati”. Queste sono le parole di Neise Cosco, figlia di Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa dal marito e sciolta nell’acido. ”Mi chiamo Cosco, continua Denise in uno speciale dell’osservatorio sull’informazione contro le mafie, ma mia mamma voleva cambiarmi il cognome. Voleva che mi chiamassi come lei, Garofalo, però non ha fatto in tempo”. L’intervista racconta la storia di una donna coraggiosa e forte, emotiva e piena di speranza, Lea Garofalo, e di sua figlia Denise, che della madre ha preso la voglia di vivere ed il coraggio di denunciare la violenza mafiosa. La giovane nonostante il dramma subito, ha ancora la voglia e la speranza di poter riuscire un giorno a combattera l’ndrangheta, “vorrei essere io a vivere come è giusto vivere a vent’anni nel posto dove sono nata, con i miei amici che oggi possono fare le cose che io non posso fare. Io voglio vivere libera, studiare, finire il liceo linguistico e laurearmi in lingue orientali. Voglio vivere, amare e voglio avere la libertà di essere felice anche per mia mamma”.
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