E’ iniziata in Europa la battaglia tra il Prosecco, italiano, ed il futuro Prosek croato. E sarà una lotta all’ultimo ‘calice’. La Commissione europea ha pubblicato sulla Gazzetta Ue la domanda di protezione della menzione tradizionale “Prosek”, presentata dalla Croazia. Un passaggio che era stato anticipato dal governo dell’Ue nella risposta data dal commissario all’agricoltura Janusz Wojciechowski a un’interrogazione di europarlamentari di diversi paesi e schieramenti. Dalle parole ora si passa ai fatti. La problematica è seria e rischia di avere ripercussioni economiche inestimabili per l’Italia’: non si tratta di semplice campanilismo, sia ben inteso. In questo caso entra in gioco il marchio ‘Made in Italy’. L’Italia conosciuta in tutto il mondo anche per l’enogastronomia rischia di essere ‘screditata’ con prodotti copiati, a volte anche maldestramente, e venduti sui mercati mondiali come prodotti italiani. Dalla mozzarella al prosciutto, dal vino al parmigiano, eccellenze uniche della filiera enogastronomica italiana, sono pieni i mercati mondiali di falsi con il marchio ‘Made in Italy’. Ed ora la lista rischia di allungarsi anche con il Prosecco perché la Croazia vuole utilizzare la menzione tradizionale “Prosek” per quattro vini a denominazione d’origine protetta. In questo caso non c’è il marchio italiano ma è indubbio che i croati vogliano sfruttare l’onda lunga della bollicina italiana più famosa al mondo per esportare il proprio prodotto. Il Prosek, infatti, si presenta come vino dolce ma nulla vieta che in futuro vicino non prossimo possa trasformarsi in bollicina ed il gioco è fatto. I croati vogliono ‘fare i furbi’ ma, così facendo, ingannerebbero il consumatore finale che crede di bere il Prosecco mentre è Prosek, tutt’altra cosa dalla bollicina italiana. L’Italia deve difendere il suo brand ed ha sessanta giorni di tempo per opporsi alla domanda di riconoscimento del Prosek.
Sulla questione è intervenuto il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, che sottolinea come “non ci siano le condizioni giuridiche affinché esso possa essere registrato” perché il termine Prosek, “per affinità fonetica e visiva, evoca nella mente del consumatore medio europeo proprio il Prosecco italiano”.
“La normativa europea ci consente in sede di opposizione di far valere le nostre ragioni. Ad oggi la commissione ha dato semplicemente l’assenso alla pubblicazione in gazzetta della domanda” ha spiegato il ministro, assicurando che l’Italia farà opposizione formale nei sessanta giorni decorrenti dalla pubblicazione della richiesta di registrazione in Gazzetta Ufficiale. “Metteremo in campo tutte le nostre forze ed energie per bloccare questa errata e assurda decisione che mortifica la storia e l’identità dei nostri territori e penalizza i nostri produttori e consumatori. Questa è una battaglia di tutto il sistema Paese a favore di una delle poi importati e ed esclusive eccellenze”. Il dossiere italiano contro il Prosek croato sarà gestito da Gian Marco Centinaio. Intanto Fratelli d’Italia scende in piazza con un flash mob sotto il Senato per la difesa dell’italianità del prosecco e denunciare “il rischio che l’ennesima eccellenza italiana venga travolta dai furbi e dai falsificatori”.