Licenziamento per Marcella Contrafatto, ex segretaria di Piercamillo Davigo, finita sotto inchiesta a Roma in relazione alla diffusione dei verbali degli interrogatori resi dall’avvocato Piero Amara ai magistrati di Milano. Lo ha deciso il plenum del Csm nel corso di una seduta secretata svolta ieri sera. A confermarlo è il legale dell’ex funzionaria del Csm, l’avvocato Riccardo Bolognesi, il quale ha ricevuto in tarda serata la notifica del provvedimento adottato da Palazzo dei Marescialli. Contro questa decisione, Contrafatto potrà presentare ricorso davanti al giudice del lavoro.
Nella parte di seduta pubblica svolta ieri a Palazzo dei Marescialli, Contrafatto non aveva voluto rilasciare alcuna dichiarazione davanti al plenum, mentre il suo difensore, oltre a rilevare “vizi” procedurali nel procedimento disciplinare, aveva chiesto, in ogni caso, un differimento della decisione per poter esaminare “un’alluvione di documenti”, oltre mille pagine, collegati all’avviso di conclusione indagini che la procura di Roma ha notificato alla Contrafatto nelle scorse settimane, e messi a disposizione della difesa solo qualche ora prima. L’inchiesta dei pm nei confronti di Contrafatto, ha specificato il legale, riguarda l’ipotesi di reato di calunnia solo in relazione ai verbali che furono recapitati al togato Nino Di Matteo, mentre il procedimento disciplinare aperto dal Csm (che aveva sospeso già dallo scorso aprile l’ex segretaria di Davigo) è inerente anche al plico che venne inviato alla giornalista di Repubblica Liana Milella. Nessun procedimento nei confronti della Contrafatto, afferma la difesa, riguardo invece la trasmissione dei verbali al Fatto quotidiano.