Sul tavolo del Consiglio dei ministri, secondo fonti di governo, dovrebbe arrivare già oggi la legge delega sul fisco. Dopo la cabina di regia convocata per le 14, il premier Mario Draghi ha infatti intenzione di esaminare il ddl con i provvedimenti per una riforma fondamentale per l’attuazione del Pnrr.
L’elenco delle norme da modificare è lungo e fitto. A partire dagli interventi principali di revisione delle aliquote Irpef, in particolare del terzo scaglione, e di abolizione dell’Irap, fino alla riforma del catasto confermata dallo stesso Presidente del Consiglio, ma che potrebbe portare a scontri nella maggioranza, come dimostrano hanno dimostrato le prime avvisaglie già di fronte alla sola ipotesi.
La ristrutturazione del fisco potrebbe però avvenire in due diverse circostanze, prime con un taglio di alcune tasse inserito nella legge di Bilancio e successivamente con un intervento più strutturale della legge delega.
Altre novità nelle legge delega potrebbero essere portate da un cambiamento di approccio nella lotta all’evasione fiscale, soprattutto per quanto riguarda gli ostacoli rappresentati dai vincoli della privacy.
Sul solco delle norme applicate in altri Paesi, il governo sarebbe infatti intenzionato a semplificare il sistema di esazione delle tasse dovute, assegnando i compiti dell’Agenzia della Riscossione direttamente all’Agenzia delle Entrate, attraverso un trattamento più efficace delle informazioni dei contribuenti.
Un riordino del Fisco sarà però un’impresa impegnativa che richiede analisi approfondite e un “ampio consenso”. Lo hanno sottolineato i tecnici della commissione del ministero di Economia e Finanza, nella relazione annuale sulle “tax expenditures”: deduzioni, detrazioni e esenzioni che pesano sulla casse dello Stato.
Nel 2021 sono 602 le spese fiscali, che pesano per 68 miliardi di euro sulle casse dello Stato, settanta in più del 2020, senza considerare le agevolazioni che rientrano “nell’assetto ‘normale’ ” del sistema del prelievo, come le detrazioni da lavoro dipendente o per i figli a carico.
A disposizione per la riforma fiscale sono già a bilancio 2,3 miliardi più un “potenziale” fondo di 4,3 miliardi proveniente dal contrasto all’evasione, il quale però potrebbe non essere tutto indirizzato all’alleggerimento della pressione fiscale.