L’italiano Giorgio Parisi è tra i vincitori del Premio Nobel per la Fisica 2021. Il riconoscimento è stato assegnato “per i contributi innovativi alla nostra comprensione dei sistemi complessi” all’americano Syukuro Manabe e al tedesco Klaus Hasselmann “per la modellazione fisica del clima terrestre, quantificando la variabilità e prevedendo in modo affidabile il riscaldamento globale”. L’altra metà del Nobel per la Fisica 2021 è stata assegnata al fisico italiano Giorgio Parisi “per la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella planetaria”.
“Non me l’aspettavo però un pò sapevo che era possibile e per questo mi ero tenuto il telefono vicino perché i premi possono essere come le ciliegie che, come si dice, ‘una tira l’altra’”, dice Parisi parlando con l’Adn. Lo scienziato lo scorso 22 settembre era entrato a far parte della Clarivate Citation Laureates come studioso tra i più citati al mondo nelle pubblicazioni scientifiche, conquistandosi così una sorta di ‘nomination’ per il Nobel che ha ricevuto oggi.
Professore ordinario di Fisica Teorica alla Sapienza di Roma, ricercatore associato all’Infn Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, è stato Presidente dell’Accademia dei Lincei (2018-2021). Nato a Roma il 4 agosto 1948, ha completato i suoi studi alla Sapienza Università di Roma dove si è laureato in fisica nel 1970 sotto la guida di Nicola Cabibbo. Ha iniziato la sua carriera scientifica ai Laboratori Nazionali di Frascati dell’Infn, prima come membro del Cnr (1971-1973) e successivamente come ricercatore dell’Infn (1973-1981). Durante questo periodo ha trascorso lunghi soggiorni all’estero, prima alla Columbia University di New York (1973-1974), all’Institut des Hautes Études Scientifiques a Bures-sur-Yvettes (1976-1977), all’Ecole Normale Supérieure di Parigi (1977-1978).
Nella sua carriera scientifica ha dato molti contributi determinanti e ampiamente riconosciuti in diverse aree della fisica: in fisica delle particelle, meccanica statistica, fluidodinamica, materia condensata, supercomputer. Ha, inoltre, scritto articoli su reti neurali, sistema immunitario e movimento di gruppi di animali. È stato vincitore di due advanced grant dell’Erc European Research Council, nel 2010 e nel 2016, ed è autore di oltre seicento articoli e contributi a conferenze scientifiche e di quattro libri. Le sue opere sono molto conosciute.
Molti i riconoscimenti assegnati al fisico romano. Nel 1992 gli è stata conferita la Medaglia Boltzmann (assegnata ogni tre anni dalla Iupap International Union of Pure and Applied Physics per nuovi risultati in termodinamica e meccanica statistica) per i suoi contributi alla teoria dei sistemi disordinati, e la Medaglia Max Planck nel 2011, dalla società tedesca di fisica Deutsche Physikalische Gesellschaft. Ha ricevuto i premi Feltrinelli per la Fisica nel 1987, Italgas nel 1993, la Medaglia Dirac per la fisica teorica nel 1999, il premio del Primo Ministro italiano nel 2002, Enrico Fermi nel 2003, Dannie Heineman nel 2005, Nonino nel 2005, Galileo nel 2006, Microsoft nel 2007, Lagrange nel 2009, Vittorio De Sica nel 2011, Prix des Trois Physiciens nel 2012, il Nature Award Mentoring in Science nel 2013, High Energy and Particle Physics dell’Eps European Physical Society nel 2015, Lars Onsager dell’APS American Physical Society nel 2016. Nel 2021 ha ricevuto il prestigioso Wolf Prize per la Fisica.
Il primo Nobel per la Fisica a un italiano è stato assegnato nel 1909 a Guglielmo Marconi, si è poi dovuto aspettare fin o al 1938 per un nuovo riconoscimento alla fisica del nostro Paese con Enrico Fermi nel 1938 “per la sua dimostrazione dell’esistenza di nuovi elementi radioattivi prodotti da irraggiamento neutronico, e per la relativa scoperta delle reazioni nucleari indotte da neutroni lenti”.
Nel 1959 è stato premiato Emilio Gino Segrè con Owen Chamberlain “per la loro scoperta dell’antiprotone”. Il Nobel viene poi assegnato nel 1984 a Carlo Rubbia ex equo con Simon van der Meer Paesi Bassi Paesi Bassi “per il loro contributo decisivo al grande progetto, che ha portato alla scoperta delle particelle W e Z, comunicatori di interazione debole”.