Catasto. Timore di imposizione patrimoniale e fiscale su case e terreni

La riforma del catasto contenuta nella legge delega è il pomo della discordia di queste ore, perno delle fibrillazioni tra Lega e premier. E fonte di preoccupazione per i possessori di case. Mario Draghi è stato chiaro: ‘Il governo si impegna ad accatastare tutto quello che oggi non è accatastato’.

Si parla di  terreni e abitazioni che oggi sfuggono al controllo e che  non pagano le tasse. Ha promesso  che non cambierà in nessun modo l’imposizione patrimoniale e fiscale sulle case e sui terreni. ‘Il contribuente non si accorgerà di nulla, per quanto riguarda il catasto, perché resterà tutto come prima’.

La  sottosegretaria Maria Cecilia Guerra su Radio 1 ha dichiarato: ‘L’idea non è quella di aumentare la tassa, bensì di distribuire il peso di questa imposta, che è rilevante, in modo equo. Non ha senso che una persona che ha un immobile che ha perso valore per mille ragioni, si trovi a pagare di più di una persona che è avvantaggiata; perché vive in un centro urbano qualificato con servizi adeguati’.

Per Belpietro ‘non è vero che resterà tutto invariato, qualcuno pagherà di meno e qualcun altro di più’.

Quando Daniele Franco dice  che al momento la riforma del catasto è «un esercizio di mappatura che non ha alcun effetto immediato» cosa vuole dire?  Decrittando la frase, si deduce che l’effetto ci sarà, anche se non subito. La previsione di quel che avverrà tra qualche anno vale già un “terremoto” nelle ansie e nelle paure dei possessori di chi case e di chi vorrebbe acquistarne. La riforma del catasto prossima ventura è un mazzata sul mercato immobiliare che aveva appena rialzato la testa, osserva Confedilizia.

Sarà nelle mani dei governi che verranno decidere se alzare le tasse o no. E’ nei fatti, inutile negarlo. Dirlo non significa un attacco di lesa maestà a Draghi. Il problema non è l’attuale premier ma cosa succederà dopo di lui. “Tra qualche anno, come dice Daniele Franco, qualcuno utilizzerà i nuovi parametri per introdurre nuove tasse o aumentare quelle esistenti”. Persino un uomo Pd come l’economista Nicola Rossi, intervenendo in una trasmissione su La 7 – scrive Belpietro –  ha spiegato che «Draghi ha ragione: perché la riforma del catasto non si applica alla tassazione della casa. È una norma statistica/informativa. Ma se è lì, è perché tra qualche anno gli si intende dare un contenuto concreto».

Lo ha spiegato bene Giorgia Meloni in un post su Fb: “Da sempre a certi ambienti europei dà fastidio che gli italiani siano in gran parte proprietari di casa. E’  da circa 20 anni che chiedono di mettere tasse sulle abitazioni. Il problema però è che questo Governo ha inserito la revisione del catasto nel PNRR, come condizione per accedere ai fondi europei. Un errore imperdonabile – rimarca la Meloni – che abbiamo segnalato da subito. Nel silenzio totale della solita stampa di regime, impegnata solo a cercare di mostrificare chiunque rappresenti una minaccia per il Governo. Credo che gli italiani che hanno capito questo gioco siano davvero tanti, e saranno sempre di più. Si rassegnino i professionisti della disinformazione: Fratelli d’Italia è un partito nato per difendere esclusivamente gli interessi degli italiani. E di fronte a provvedimenti come la riforma del catasto continueremo a metterci di traverso raccontando a tutti la verità. Piaccia o meno ai menestrelli del mainstream”.

Un “giochino” per preparare il sistema ad essere pronto per l’aumento della pressione fiscale sugli immobili. L’avvocato Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, guarda con criticità e sospetto alla riforma del catasto. “Ed è curioso – attacca – che sia stata inserita nella Legge delega fiscale dopo che, il 30 giugno, il Parlamento aveva approvato un parere contrario. Inserendola, si è predisposto il meccanismo perché in futuro possano essere aumentate le tasse sulla casa. La delega è generica e pericolosa. E alla fine sarà attuata con il decreto delegato del governo e dall’Agenzia delle Entrate con il parere non vincolante del Parlamento”.

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