Ddl Zan in Senato: ci sarà il voto segreto

C’è stato due giorni fa un confronto per il ddl Zan che oggi approda in Senato.  Il presidente della commissione Giustizia del Senato Andrea Ostellari sospese  la riunione in vista della ripresa del confronto di oggi in aula. I capigruppo della maggioranza, con l’eccezione di M5S e Leu disertarono la riunione.  All’incontro parteciparono i rappresentati di Pd, Iv, Lega, FI, FdI e Julia Unterberger per il gruppo Misto.  Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva a Palazzo Madama spiegò che il Pd voleva parlare con M5s e Leu.

L’attenzione del fronte dei pro-ddl Zan – Pd, M5S, Leu – è tutta incentrata sul voto di oggi sulla cosiddetta “tagliola” di a FdI e Lega. Se passasse, il ddl Zan tornerebbe in Commissione con zero possibilità di vedere la luce in questa legislatura. È il motivo per cui grillini e Leu hanno disertato l’incontro, chiedendone il ritiro. Ma è anche il motivo che ha costretto Letta a lanciare un appello a votare contro su possibile modifiche al testo. I renziani, rappresentati da Faraone fanno sapere che ‘il testo Scalfarotto sarebbe per loro un’ottima mediazione’.

Per il ddl Zan oggi è il giorno del verdetto con il voto finale andato  in scena al Senato. Dopo infinite trattative, alla fine il testo è approdato in Aula senza modifiche con tutti i tentativi di mediazione che sono falliti.

Terminato il dibattimento, la Presidente del Senato Elisabetta Casellati ha ammesso che la votazione possa avvenire tramite il voto segreto. Il destino della legge così appare veramente appeso a un filo.

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Il disegno di legge contro l’omotransfobia, ovvero le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e la disabilità, che prende il nome dal suo relatore il deputato del PD Alessandro Zan, è stato già approvato in prima battuta alla Camera nell’aprile 2020.

Un anno e mezzo dopo complice anche il cambio di Governo, ecco che la legge a lungo tenuta in naftalina a Palazzo Madama è pronta a essere votata anche dal Senato: i numeri però sono più che incerti specie con il voto segreto.

Difficilmente un disegno di legge ultimamente ha fatto così tanto discutere come quello che porta il nome del deputato Alessandro Zan. Nei mesi scorsi si è scomodato anche il Vaticano con una lettera, poi resa nota, indirizzata al Governo dove si chiedeva la revisione di alcuni passaggi.

Le posizioni al Senato sono ben note. Favorevoli al ddl Zan sono PD, Movimento 5 Stelle e LeU, mentre contro ci sono Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia anche se alcuni senatori azzurri hanno annunciato il proprio voto a favore.

In mezzo al guado c’è Italia Viva e il corposo Gruppo Misto: i renziani sono favorevoli alla legge, ma hanno chiesto di trattare con il centrodestra per non affossare il testo nella convinzione della presenza di franchi tiratori in caso di voto segreto.

In teoria un voto compatto della ex maggioranza giallorossa dovrebbe garantire l’approvazione del ddl Zan, ma a questo punto appaiono scontati degli smarcamenti con Matteo Renzi che è assente in Aula visto un suo impegno in Arabia Saudita.

Di conseguenza appare difficile fare una previsione: l’unica certezza è che dopo tante discussioni il voto del Senato decreterà il destino del ddl Zan, che sarà approvato definitivamente oppure bocciato.

Nell’Aula del Senato è terminata la discussione generale sul ddl Zan  e la presidente Casellati ha ritenuto “ammissibili le due richieste di votazione segreta in base al regolamento e ai precedenti”. Casellati ha dato quindi il via libera al voto a scrutinio segreto sulla richiesta di stop all’esame degli articoli del ddl Zan, la cosiddetta “tagliola”. Quindi il timore del relatore Zan si è avverato e ora si procede a voto segreto secondo le richieste di Lega e Fratelli d’Italia.

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