Pensioni e Damiano: ‘Scelta sbagliata 36 anni di contributi per edili, scendere a 30’

“Un salto avanti importante, che ha anche accolto l’eliminazione dell’intervallo di 3 mesi previsto tra la fine della indennità di disoccupazione (Naspi) e l’ingresso nell’Ape (con 63 anni di età e 30 di contributi).” Così in una nota Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e consigliere Inail, commenta l’allargamento delle professioni proposto dalla Commissione lavori gravosi per ampliare la platea dell’Ape social che ha portato a 80 i codici dei lavori ammessi al beneficio di un pensionamento anticipato. Restano però per Damiano, alcuni nodi irrisolti. “Il più rilevante è il fatto che non è stata accolta la richiesta di abbassare da 36 a 30 anni i contributi per i lavoratori operai dell’edilizia necessari per accedere all’Ape a 63 anni. Una scelta totalmente sbagliata alla quale va posto rimedio perché, come sappiamo, una parte importante delle morti sul lavoro sono riconducibili alle cadute dall’alto di muratori over 60”, dice. Un altro tema riguarda invece la mancata inclusione dei lavoratori precoci appartenenti ai nuovi codici inseriti: “si crea in questo modo una disparità. Nella prima graduatoria c’erano e in quella allargata sarebbero esclusi”, lamenta ancora Damiano. “Ci auguriamo che il confronto parlamentare possa porre rimedio a queste problematiche, visto il positivo accoglimento da parte del Governo della nostra proposta di allargamento della graduatoria dei lavori gravosi che rappresenta un segnale positivo perché consolida l’idea che non tutti i lavori sono uguali”.

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