La presidenza britannica ha pubblicato una bozza del documento finale della Cop26, il vertice sul clima delle Nazioni Unite in corso a Glasgow. Tra gli obiettivi principali la “riduzione di anidride carbonica del 45% entro il 2030, rispetto al livello del 2010, e a zero intorno alla metà del secolo”, al fine di “limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi fino al 2100”. Il testo ora dovrà essere esaminato dai governi per le loro osservazioni. L’esigenza di ridurre “il limite di emissioni globali di anidride carbonica a 1,5°C al 2100 richiede rapide, profonde riduzioni delle emissioni globali di gas serra”, compresa “la riduzione di emissioni globali di anidride carbonica del 45% al 2030 rispetto al livello del 2010”, in modo da raggiungere l’obiettivo dello “zero netto intorno alla metà del secolo” si legge nella bozza. Nel documento di sette pagine si ribadisce l’impegno di “lungo termine” a mantenere l’aumento della temperatura globale sotto i 2°C e a perseguire l’obiettivo di limitare il riscaldamento a 1,5°C. La bozza esorta inoltre a definire piani e politiche entro la fine del prossimo anno per ridurre le emissioni di anidride carbonica del 45% al 2030 e raggiungere le zero emissioni nette entro la metà del secolo. Viene chiesto ai Paesi di accelerare la graduale eliminazione del carbone e dei sussidi per i combustibili fossili, e ai Paesi sviluppati di almeno raddoppiare i finanziamenti per il clima per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad adattarsi ai cambiamenti climatici. I firmatari della bozza dunque accolgono con favore gli impegni presi dai Paesi sviluppati a garantire aiuti agli Stati meno attrezzati con l’obiettivo di “arrivare al più tardi nel 2023 al target di 100 miliardi di dollari all’anno”. Nel documento si esprime però rammarico per il fatto che l’obiettivo di mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 non è stato raggiunto. La Cop 26 – si legge nella bozza – riconosce “l’importante ruolo che la conoscenza e l’esperienza delle popolazioni indigene possono svolgere” contro i cambiamenti climatici “ed esorta le Parti a coinvolgere attivamente le popolazioni indigene nell’attuazione dell’azione per il clima”.
Oggi si parlerà di trasporti e, quindi, su come arrivare al più presto ad un mercato delle auto completamente a zero emissioni. Ma si discuterà anche di come decarbonizzare i settori dei trasporti dove è più difficile tagliare le emissioni, cioè quello marittimo e aereo. Nella giornata verrà firmata la ‘Clydebank Declaration’ per creare rotte decarbonizzate fra i porti. Rappresentanti delle case automobilistiche porteranno il loro impegno a produrre solo auto a zero emissioni entro il 2040. Sarà lanciata la ‘International Avviation Climate Ambition Coalition’ da un gruppo di stati che vogliono intraprendere un percorso di decarbonizzazione del settore aereo. Infine si affronterà la questione del taglio delle emissioni nel trasporto pesante su gomma. Le case automobilistiche, tra cui i principali marchi come Ford, General Motors e Mercedes, promettono di lavorare per il 100% delle vendite di auto e furgoni a zero emissioni entro il 2035 o prima “nei mercati principali”. E le città e il governo locale si sono impegnati a convertire le flotte del trasporto pubblico e le auto in leasing a zero emissioni entro il 2035 “al più tardi”. Ma ci sono un certo numero di grandi case automobilistiche che mancano dalla lista, come VW e BMW, e le principali economie come gli Stati Uniti, la Cina e la Germania non hanno al momento sottoscritto l’accordo di massima.