Alla Cop26 che si è conclusa nella notte a Glasgow è stato raggiunto un accordo sul clima “veramente storico, quel genere di punto di svolta che il mondo aveva bisogno di vedere”. Anche se rappresenta un accordo a metà ed un po’ annacquato. Ma di più non si poteva fare. I compromessi si sono resi necessari ed obbligatori per ottenere l’approvazione di 197 Stati. Boris Johnson rivendica che il summit ha messo “il mondo nella giusta direzione” nella lotta ai cambiamenti climatici, l’obiettivo di limitare a 1,5 gradi l’innalzamento della temperatura “è stato mantenuto”. “La conferenza – ha scandito il premier britannico – ha segnato la fine del carbone, ha suonato la campana a morto per l’energia prodotta con il carbone”.
Il premier inglese, pur parlando di un risultato “storico”, ammette tuttavia che le conclusioni sono “venate di delusione” per quanto riguarda la sostituzione del termine ‘eliminazione’ con ‘riduzione’ del carbone. Ma, sottolinea, “noi possiamo fare pressioni, possiamo blandire, incoraggiare, ma non possiamo costringere nazioni sovrane a fare quello che non vogliono fare, alla fine la decisione è la loro, purtroppo è la natura della diplomazia”.