MPS: il Tesoro ancora nel capitale

Maxi-proroga all’orizzonte per l’uscita del Mef da Mps. Sfumate le nozze con UniCredit, si starebbe valutando un rinvio dell’uscita dello Stato dal capitale della banca toscana che potrebbe essere ben maggiore dei 12-24 mesi ipotizzati nelle scorse settimane dopo che è sfumato l’operazione UniCredit.

Lo scrive il Sole 24 Ore, secondo cui l’ombrello del Mef su Rocca Salimbeni rimarrà aperto per tempi lunghi. In particolare il Mef, azionista a Siena con il 64,2%, potrebbe rimanere nel capitale di Mps che potrà coincidere anche con i tempi del nuovo piano industriale, al momento fissati al 2025.

“Se è vero che è fuori discussione la volontà, ribadita a più riprese dal ministro dell’Economia Daniele Franco, di riportare Mps in mani private, è vero – scrive il quotidiano di Confindustria – anche che l’esperienza degli ultimi mesi ha mostrato per tabulas la debolezza negoziale prodotta dalla scadenza vincolata per la vendita. Dunque, sul tavolo c’è l’ipotesi di tempi lunghi e in certa misura modulabili che, d’altra parte, potrebbero essere coerenti con l’orizzonte del nuovo piano industriale a cui sta lavorando la banca”.

Nel frattempo, MPS e il Tesoro sono alle prese con la DG Competition Ue per la definizione del nuovo piano industriale. Non solo la scadenza, dunque, ma anche un focus sugli obiettivi costi/ricavi e sul rafforzamento patrimoniale, con una cifra che potrebbe essere rivista la ribasso rispetto ai 2-3 miliardi di cui si vociferava.

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