Il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma lo sconsiglia. Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, dice di sì. IL governo ancora non prende una decisione definitiva. E’ caos sull’obbligo vaccinale ai bambini compresi nella fascia di età 5-11 anni. E non si sa più credere. “Bisogna vaccinare i bambini perché se si ammalano c’è un rischio che abbiano complicanze anche gravi. E bisogna parlare del Long Covid, perchè forse il 40enne non va in terapia intensiva ma così come nei bambini dopo ci possono essere dei disturbi che durano a lungo, perché il virus attacca più organi”. Sono queste le parole del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri a Timeline su SkyTg24. Il vaccino per i bambini, ha aggiunto, “sarà disponibile dai primi di dicembre”. “Dal punto di vista logistico per vaccinare i bambini verranno utilizzati in gran parte gli hub esistenti con dei percorsi dedicati ai piccoli. Serve un’informazione trasparente e spiegare ai genitori perché serve fare la vaccinazione”.
“Sul vaccino ai bambini è verosimile che la decisione venga anticipata di uno o 2 giorni rispetto a quello che s’era detto, cioè il 29 novembre, insomma è imminente, direi che ai primi di dicembre sarà disponibile il vaccino per la fascia d’età tra i 5 e gli 11 anni. E per loro non è previsto Green Pass o obbligo”, rimarca il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri a Timeline su SkyTg24.
Di diverso avviso il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia. “Ho due nipotine e sono un vaccinista convinto, ma il mio consiglio in questo momento è quello di non vaccinare i bambini”, dice Vaia nella puntata di “Restart -L’Italia ricomincia da te”. “La vaccinazione è un problema di sanità pubblica, ma non dobbiamo far carico ai bambini di risolvere un problema sociale” ha proseguito, chiarendo che non sono vettori di contagio. “I loro contagi nascono in famiglia, dobbiamo proteggerli noi, vaccinando i genitori e il personale scolastico. Non c’è nessun bambino in rianimazione, resistono al virus e non si capisce perché, non conoscendo in questo momento gli effetti a lunga distanza, dobbiamo vaccinarli”. Secondo Vaia “La via italiana della gradualità è la migliore se dovessimo accorgerci a un certo punto che serve vaccinare i bambini lo faremo, ma non adesso”.