Abate (Senato – Gruppo Misto) – M5S: crescere ed evolversi non doveva significare snaturarsi

Guardando cosa sta accadendo al MoVimento 5 Stelle non si può non commentare che crescere ed evolversi non dovrebbe significare cambiare pelle o snaturarsi completamente.

È di poco fa la notizia che gli iscritti al M5S sono d’accordo sul ricorso ai fondi del 2 per mille. È questo l’esito del voto, iniziato sulla piattaforma SkyVote  con cui Giuseppe Conte ha chiesto agli attivisti l’accesso al 2 per mille, una forma di finanziamento pubblico finora rifiutata dal Movimento, uno degli ultimi principi rimasti.

I numeri sono impietosi: dei 131.760 aventi diritto al voto, hanno partecipato in 33.967, quindi con una percentuale bassissima. Di questi hanno votato Sì in 24.360, No in 9.531 e 76 le schede nulle.

Ma già il fatto che ci sia stata questa richiesta di accesso al 2 per mille fa capire come sia cambiato, fino a snaturarsi completamente, quel MoVimento delle 5 stelle nato e cresciuto grazie a tante battaglie, tanta fatica e tanto sudore. Quel MoVimento che era contro qualsiasi tipo di finanziamento ai partiti anche perché, considerando l’ordinamento delle Camere, un senatore o un deputato porta in dote al gruppo, tra i 50 e i 60mila euro cadauno all’anno da utilizzare per formare un’area legislativa, una segreteria e un gruppo dedicato alla comunicazione oltre a tutto ciò che occorre per il funzionamento stesso del gruppo parlamentare. La necessità di reperire altri fondi per svolgere la funzione politica e partitica, dunque, non c’è e non è giustificata. Non solo, noi senatori e deputati, abbiamo a disposizione, mensilmente, le cosiddette competenze che dovrebbero essere utilizzate per l’esercizio del mandato (e quindi per consulenze, perizie, soggiorni, e spese per i collaboratori). Denaro da spendere per il lavoro in aula e sul territorio, per essere ancora di più dalla parte dei cittadini e portare avanti battaglie per il bene comune e la cosa pubblica.

Richiedere di accedere al finanziamento del 2 per mille per destinarli al “partito” significa sconfessare anni e anni di battaglie, insulti e rimproveri dei grillini fatti agli altri partiti sull’uso dei soldi pubblici e sull’immoralità della politica. Significa, soprattutto, certificare che non ci si è evoluti in quei principi e quei dettami  (in esperienza e competenza) sui quali Davide Casaleggio e Beppe Grillo avevano fondato il M5S e che dovevano essere le basi dell’agire in Parlamento. Al contrario  si sta semplicemente cambiando pelle, completamente, rigettando tutti quegli ideali e quei valori che il MoVimento rappresentava e a cui, alle elezioni politiche del 2018, ben 11 milioni di italiani hanno dato fiducia considerandolo l’unica vera alternativa nell’arco parlamentare.

L’esito del voto sulla piattaforma SkyVote, in ogni caso, ha poco valore considerando che si tratta di una semplice richiesta di ratifica, data da una bassa percentuale degli iscritti al MoVimento, e dall’esito scontato. Con questa ulteriore scelta cade anche un altro principio fondamentale del MoVimento per la moralizzazione della politica e, quindi, del divieto di finanziamento ai partiti.

Il M5S, dunque, è già diventato altro e questo rafforza la mia convinzione che non si poteva dare la fiducia al Governo Draghi perché, in quel preciso momento, la direzione intrapresa era l’antitesi del MoVimento stesso. E proprio nella scelta di Draghi consiste la frattura che, col passare del tempo, è diventata una voragine che sta inghiottendo il MoVimento stesso e dalla quale non sembra esservi possibilità di tornare indietro.

A nulla poi serve ululare alla luna, come stanno facendo alcuni parlamentari del M5S, pur rimanendo ben saldi nelle fila del neo partito liberal-democratico (e chissà cos’altro…) in cui si è trasformato MoVimento e, parafrasando un vecchio detto, “chi non è contro di me è con me”. Mi chiedo che credibilità si possa mai avere se con una mano “si dice” di restituire (poiché anche questo principio non si sa che fine abbia fatto) e con l’altra si prende?

Se si soldi assegnati ad ogni rappresentante del popolo in seno al Parlamento sono stati sempre giudicati dal M5S troppi ed abbondanti e quindi, a ragion veduta, era stata inserita la la regola della restituzione (di una quota fissa più tutto ciò che non si spendeva nell’esercizio del proprio mandato) come mai ora, improvvisamente, sono diventati insufficienti e c’è la necessità di accedere anche al 2 per mille?

Mi viene da dire, e concludo, che in tempi molto remoti si tradiva per 30 denari… oggi lo si è fatto per il 2 per mille.

Rosa Silvana Abate

Senato Gruppo Misto

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