Scrivo oggi questa nota, dopo avere appreso che l’emendamento alla legge di bilancio relativo all’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche in tutti i bienni delle scuole superiore di cui mi ero fatta promotrice, non è tra gli emendamenti segnalati per l’aula. E scrivo, con grande amarezza, ma non meno determinata ad andare avanti in questa battaglia, perché confido che prevalga negli addetti ai lavori, ma soprattutto presso il Ministero competente, presso il Governo tutto e nella maggioranza che lo sostiene, la consapevolezza dell’importanza di tali discipline che sono fondamentali per la formazione dei futuri cittadini, non meno di tutte le altre discipline che fanno parte del curriculum di studio delle scuole di ogni indirizzo. È un mistero, invece, perché si continui a ritenere anacronisticamente che il bagaglio culturale degli studenti possa fare a meno di basilari principi giuridici ed economici e, soprattutto, perché mai lo studente di un liceo non debba avere la medesima opportunità che viene riservata agli studenti degli istituti tecnici con conseguente grave vulnus dell’offerta formativa.
E non mi si venga a dire che l’introduzione dell’educazione civica ha colmato questa lacuna – denunciata da sempre – perché allo stato, ne sono convinta, basterebbe ascoltare i docenti di classe coinvolti nell’insegnamento – voluto necessariamente come trasversale – per verificare che l’esperienza, sul campo, non sta sortendo l’effetto auspicato a causa della difficoltà di conciliare i contenuti disparati che prevede. E’ una legge, insomma, che sta mostrando tutti suoi limiti e, comunque, risponde a delle esigenze differenti rispetto alla ratio – reiteratamente evidenziata – sottesa all’introduzione dell’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche. Infatti in una società così complessa come la nostra, post moderna e post industriale, appare indispensabile garantire agli studenti una migliore comprensione non solo della realtà sociale e politica odierna mettendoli in condizione di partecipare in maniera responsabile alla vita dello Stato di cui sono parte integrante, ma anche delle regole fondamentali del mercato e del sistema finanziario indispensabili nell’era della società globale, della new economy , dei nuovi mezzi di comunicazione e dei social network.
Immaginavo che l’emendamento per la sua complessità avrebbe avuto difficoltà di accesso nella legge di bilancio anche se auspicavo, quanto meno, che si prendesse in considerazione l’avvio di una fase sperimentale. Ed invece, cassato il nostro, in via sperimentale fra gli emendamenti che potrebbero essere approvati resta quello che riguarda “ l’apprendimento di nuove competenze e nuovi linguaggi per lo sviluppo del potenziale positivo degli studenti “ e che dovrebbe ampliare addirittura il numero spropositato di argomenti che già rientrano nel contenitore multidisciplinare dell’educazione civica lasciando presagire, per la sua formulazione e la delicatezza dell’argomento trattato, l’ingresso di figure ulteriori nel mondo della scuola, sicuramente nel campo formativo dei docenti e, probabilmente, nel campo formativo degli studenti. Insomma, il rischio è quello, in assenza di un coordinamento efficace e mirato, di creare i presupposti per una situazione che non possa trovare concreto e positivo riscontro per gli studenti anche per carenza dei tempi dei singoli docenti che dovranno pur sviluppare i programmi delle loro materie di riferimento.
Questa battuta d’arresto, per quanto mi riguarda, è, tuttavia, solo momentanea. Abbiamo riacceso i riflettori su un argomento fondamentale. Intendo, infatti, proseguire nella mia battaglia e lo farò, unitamente ai tanti colleghi che l’hanno sempre condivisa, con la presentazione di una proposta di legge ad hoc senza tralasciare, nel contempo, opportune valutazioni in merito ad una modifica sostanziale della legge n°92/2019 al fine di attribuire, in tutte le scuole, il ruolo di coordinatore ai docenti di discipline giuridiche ed economiche. Gli unici in grado, a mio avviso, di fare sintesi proficua di lezioni ed interventi didattici distribuiti tra le varie discipline in cui si snoda il progetto educazione civica e che invece oggi, incomprensibilmente, sono relegati in panchina e scendono in campo solo, o quasi, per le sostituzioni dei colleghi.
ELISABETTA BARBUTO, M5S CAMERA