Solo il 10% delle italiane colpite da osteoporosi si sente correttamente seguita nel percorso di cura. Una situazione pericolosa considerando che le ‘ossa fragili’ riguardano il 25% delle donne con più di 40 anni, ma il 66% di quelle con più di 80 anni. A riportarlo è un’indagine qualitativa dell’Osservatorio sulla salute della donna (Onda), presentata a Milano.
Dall’indagine, spiega l’Onda, “emerge la generale sensazione di abbandono delle donne per una scarsa attenzione alla loro patologia, sottovalutata da parte del medico, e per una standardizzazione del trattamento farmacologico a fronte di una più vasta disponibilità di cure sempre migliori. Per questo sono frequenti i casi di interruzione o abbandono della terapia, con ripercussioni sull’evoluzione della malattia, la cui gravità viene percepita troppo tardi”.
“L’impatto della malattia in una donna che ha subito la prima frattura – dice la presidente Onda Francesca Merzagora – quasi sempre improvvisa e inaspettata, fa capire che i maggiori costi associati all’osteoporosi non sono legati ai farmaci, ma dai costi derivati dalle fratture e dalle loro conseguenze, quali ricoveri, pensioni ed invalidità”. Si stima che la spesa nella sola Unione Europea salirà a 76 miliardi nel 2050 contro i 31 miliardi del 2000.
“A causa dell’allungamento della vita lavorativa delle donne ed in virtù della recente riforma sul mercato del lavoro che posticipa l’uscita dal mondo del lavoro a 70 anni – spiega Sabrina De Camillis, presidente dell’Intergruppo parlamentare sulla Medicina di Genere – siamo impegnati su più fronti proprio per contrastare l’impatto di patologie croniche come l’osteoporosi. Il nostro impegno è quello di monitorare attentamente questa patologia per migliorare la sua prevenzione e il suo trattamento”. Per De Camillis è importante “favorire una maggiore informazione, promuovere attività di screening per la diagnosi precoce, identificare le figure di riferimento nella gestione per ogni fase dell’osteoporosi, sensibilizzare il medico di famiglia sull’importanza di guidare la paziente nel percorso terapeutico, promuovere gli esami di prevenzione e controllo – conclude – garantire la rimborsabilità dei trattamenti osteoporotici per ogni fase di età e favorire una chiara comprensione dei reali benefici derivanti dal trattamento farmacologico”.
(Ansa)