Alberto Farina, riconfermato segretario regionale della Fnp Cisl, la Federazione dei pensionati

Alberto Farina, 71 anni, è stato riconfermato segretario regionale della Fnp Cisl, la Federazione dei pensionati della Cisl. Farina è stato votato nel congresso regionale che si è svolto al T Hotel di Cagliari. Farina, originario di Bulzi, ma gallurese d’adozione, affronta così il suo secondo mandato alla guida del sindacato dei pensionati, il più rappresentativo dell’intera Cisl. “La mia riconferma rappresenta la prosecuzione di un impegno importante: dare voce e rivendicare soluzioni per le istanze delle categorie più fragili, come quella dei pensionati – spiega Alberto Farina -. La Cisl Fnp continuerà a chiedere le protezioni sociali a tutela dei diritti più importanti, come quello ad avere una sanità adeguata. Servono interventi immediati per garantire cure efficienti. Non è più rinviabile una legge sulla non autosufficienza. Auspichiamo che la Regione cambi metodo e inizi ad ascoltare le istanze di chi rappresenta intere categorie”.

NO VIOLENZA SULLE DONNE. In questi anni la Cisl Fnp si è impegnata per mantenere alta l’attenzione sul dramma vissuto dalle donne vittime di violenza. I dati dimostrano che il numero dei femminicidi è in aumento ed è anche per questo che la federazione dei pensionati Cisl, sotto la guida di Farina, ha deciso di posizionare una sedia con un drappo e un mazzo di rose rosse davanti al tavolo dei relatori in ogni incontro pubblico. E’ la sedia della donna che non può più urlare la propria sofferenza. “E’ necessario mettere in campo strumenti efficaci di tipo normativo e culturale – sottolinea il segretario regionale della Fnp Cisl -. Bisogna intervenire anche sul piano educativo e in ambito scolastico”.

POVERTA’ E SANITA’. Certamente è stata l’emergenza sanitaria uno dei temi centrali dei due giorni congressuali. “L’ultimo rapporto della Caritas, in particolare di quella cagliaritana, descrive una realtà drammatica: la metà delle persone che si sono presentate alla Caritas nel 2020, non c’era mai stata in precedenza – ha spiegato Gavino Carta, segretario generale della Cisl Sardegna -. Sono i nuovi poveri, persone cadute in situazioni di indigenza o spesso pensionati che non ce la fanno più, che non hanno le risorse per curarsi né quelle per far fronte alle spese comuni: acqua, luce, gas, cibo”.

“Sanità e occupazione sono temi importanti e assistiamo ad una Giunta regionale che si ostina a non affrontarli – ha proseguito Carta -. Si pensi alle ultime tre Leggi di Stabilità, sono state discusse senza confronto con il sindacato per individuare le priorità sulle quali investire. E’ necessario occuparsi della sanità in modo serio, delle lista d’attesa interminabili, delle persone che rinunciano a curarsi, della programmazione delle professioni sanitarie. Le politiche di sviluppo sono centrali per l’azione della giunta e vanno concordate con le parti sociali”.

PIERO RAGAZZINI. Concetti ribaditi con forza anche da Piero Ragazzini, segretario nazionali della Fnp Cisl, il quale ha rimarcato il problema di dialogo con la Giunta regionale in carica, più volte sottolineato nel corso del congresso. “In Sardegna la politica si sta dimostrando sorda alle proposte del sindacato: nei prossimi giorni, anche attraverso il percorso congressuale, incalzeremo la Regione per arrivare a un confronto costruttivo – sottolinea Ragazzini -. Da questa crisi nessuno esce da solo, la povertà aumenta, la disoccupazione colpisce, soprattutto in determinate aree del Paese, anche i più giovani. La Cisl sta costruendo con il Governo Draghi opportunità di discussione serie e costruttive, scegliendo appunto la strada del confronto e non dello scontro”. Congresso che si sta svolgendo in una situazione inedita, con l’acuirsi della crisi sanitaria, economica e sociale. “Alberto Farina ha messo in rilievo le problematiche che riguardano gli anziani. Noi abbiamo radici profonde, ma viviamo nella contemporaneità – ha concluso Piero Ragazzini -. Sappiamo che nei prossimi 20 anni si allungherà l’età media e si estenderà la prospettiva di vita, occorrerà quindi ripensare il modello economico, produttivo e sociale. Dobbiamo prestare particolare attenzione all’emergenza derivante dall’aumento delle diseguaglianze tra giovani e anziani, ma anche tra diverse aree del Paese”.

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