L’effetto Covid ha colpito anche gli incassi di Matteo Renzi. Che, come conferenziere, non deve aver avuto molta fortuna nel 2020. Per quell’anno, infatti, il leader di Italia Viva ha dichiarato un reddito complessivo di 517 mila e 319 euro e ha pagato 189 mila e 885 euro di imposte. Cifre dimezzate rispetto al 2019 quando il reddito complessivo del senatore ammontava a 1 milione e 92 mila euro e anche le imposte versate erano superiori, 425.665 euro.
Anche il 2018 era andato meglio: 811 mila euro circa il reddito di quell’anno. “Questa pandemia ha fatto saltare molti contratti. Ma nel 2021 – spiega una fonte vicina al senatore – Renzi ha ripreso a guadagnare di più: è tornato ai livelli del 2019. Ci sono ad esempio anche gli incassi del consiglio di amministrazione di cui fa parte”.
La cifra di mezzo milione di euro emerge dalla dichiarazione patrimoniale depositata pochi giorni fa e che si riferisce ai redditi del 2020. Come senatore Renzi porta a casa più di diecimila euro al mese. Poi ci sono gli speech svolti in tutto il mondo, che gli sono costati parecchie polemiche. “Svolgo attività previste dalla legge ricevendo un compenso sul quale pago le tasse in Italia”, ha ribadito più volte in passato il leader di Italia Viva.
L’elenco di alcune di queste conferenze – come ha rivelato Il Fatto Quotidiano il 6 novembre scorso – è finito in un’informativa della Guardia di Finanza depositata agli atti dell’indagine fiorentina sulla Open, inchiesta che vede l’ex premier iscritto per concorso in finanziamento illecito. In totale, dal giugno 2018 al marzo 2020, secondo quanto ricostruito dai finanzieri, Renzi ha incassato bonifici per complessivi 2,6 milioni di euro circa. Incassi e conferenze non sono oggetto d’indagine.
All’informativa è allegata anche una tabella che riguarda le fatture dei primi cinque mesi del 2020. Ne vengono elencate otto “per complessivi 183.085”: sono gli speech svolti da Renzi e che farebbero dunque parte del reddito del 2020. Nel quale, a partire dall’anno 2010, entrano anche i proventi dell’ex premier derivanti dall’organizzazione della Leopolda, il summit annuale divenuto un vero e proprio marchio di fabbrica del senatore di Rignano.
Tra i bonifici in entrata in quell’anno ci sono 8 mila euro e poi altri 36 mila euro circa dalla Celebrity Speakers Ltd, agenzia internazionale che promuove relatori famosi per le conferenze. Poi ci sono 22.729 euro dalla società “Global speaker Regno Unito”, Vbq Limited. Ventimila euro vengono dalla Lakestar Advisors, “società di venture capital svizzera”, come viene definita nelle carte.
Nel 2020 vengono elencati anche i bonifici della Stanford University, ateneo del quale Renzi parlava in una sua e-news del 1 ottobre 2018: “Oggi riprendo l’attività di professore a contratto presso la sede fiorentina”. Essendo stati pagati nel 2020, questi speech avrebbero alimentato il reddito complessivo di circa mezzo milione di euro. E nel 2020 potrebbero rientrare anche gli incassi per i libri.
Nella dichiarazione patrimoniale, firmata il 17 dicembre e pubblicata dunque pochi giorni fa, Renzi ha anche annotato la sua quota di 10 mila euro nella “Ma.re. Consulting srl”, la società di consulenza costituita ad aprile 2021 e di cui è amministratore unico.