Con un’interrogazione al presidente del Consiglio e ai ministri della Transizione ecologica e dell’Economia, il deputato di Alternativa Francesco Sapia ha portato in Parlamento il problema del possibile conflitto di interessi del ministro Roberto Cingolani, in relazione alla proroga dell’Aia che questi concesse alla Solvay di Rosignano, la quale aveva sottoscritto un accordo con Leonardo, di cui Cingolani era stato manager. Il caso è stato sollevato dal giornale Il Fatto Quotidiano. Nella sua interrogazione, il deputato di Alternativa ha chiesto «sulla base di quali precisi elementi il ministro Cingolani ha rilasciato a Solvay la nuova autorizzazione, se, ed eventualmente perché, nella medesima non siano stati prescritti rimedi per i problemi evidenziati nella precedente e se, e all’occorrenza come mai, ogni riferimento a tali questioni sia stato rimosso e quali condizioni siano state modificate». Ancora, Sapia ha domandato «quali dettagli abbia il ministro dell’Economia e delle Finanze circa il suddetto accordo tra Leonardo e Solvay e se vi siano stati vantaggi economici per Cingolani in qualità di manager di Leonardo». Inoltre Sapia, che nell’interrogazione ha ricordato i pericolosi sversamenti di Solvay nel mare di Rosignano Marittimo, nel 2017 citati sul blog di Beppe Grillo da alcuni da consiglieri comunali M5S, ha chiesto «se il presidente del Consiglio non ritenga di promuovere iniziative di carattere normativo per evitare conflitti di interessi, anche solo potenziali, dei ministri in relazione alla loro sfera professionale». Secondo Sapia, «Cingolani sta alla transizione ecologica come l’inquinamento ambientale sta alla tutela della salute, ma nel merito Beppe Grillo si rifugia in un inconcludente esoterismo politico, lasciandosi interpretare a convenienza dai parlamentari M5S, ormai incapace di dare direttive sul futuro del Movimento all’interno di un governo ingannevole come le spiagge e le acque di Rosignano Marittimo».
Riprova
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