Mettere il bavaglio è diventato un vero e proprio modus operandi in questo difficile momento che stiamo vivendo. E la Rai, tv di Stato, i cui vertici sono di diretta emanazione politica, è perfettamente in linea. Così tutto quello che è sgradito a ministri e a capi politici, a grossi gruppi o potenti lobby deve sparire dalla circolazione perché nulla deve offuscare “il Governo dei migliori” e la favola di “Super Mario Draghi”.
È notizia di oggi che la Rai, il servizio pubblico, avrebbe deciso di tagliare il numero di puntate di Report. In questi mesi la trasmissione di Sigfrido Ranucci ha realizzato 28 puntate (troppe secondo il nuovo direttore degli approfondimenti Mario Orfeo con la collaborazione del nuovo direttore di Rai 3 Franco Di Mare) con uno share che tocca il 12%: seguitissimo e ancora di più se si considera il successo che ha sui social perché fa un lavoro puntuale e preciso di approfondimento soprattutto su tematiche spinose che spesso danno fastidio sul fronte politico. Desterebbe qualche inquietudine se venissero tagliate delle puntate in nome di un nuovo programma di approfondimento come si è paventato in queste ore.
Ma la notizia stessa non mi sorprende perché “Mamma Rai”, sempre con Orfeo e Di Mare, stanno cercando di imbavagliare un altro programma serio che fa informazione scomoda per partiti e lobby.
Proprio ieri, in una lettera firmata da me e da altri colleghi, abbiamo segnalato al Consiglio di Amministrazione della Rai e alla Commissione parlamentare di vigilanza Rai, la situazione di “Indovina chi viene a cena”, l’unico programma di inchiesta sull’ambiente, l’agricoltura e i modelli sostenibili della Rai, che sta subendo l’ennesimo attacco proprio in un momento cruciale nel quale le esigenze di trasformazione e transizione ecologica sono al centro degli obiettivi politici e degli interessi della popolazione.
Il programma ideato nel 2016 da Sabrina Giannini, approfondisce i temi dell’ambiente e della sostenibilità usando il metodo di Report, anch’esso con importanti ascolti e risultato, al momento è stato relegato per la prima volta in estate, fuori dal periodo “di garanzia” (quella fascia del palinsesto importante e più valorizzante per gli ascolti). Al momento infatti è trapelata la notizia che la collocazione sarebbe nel mese di luglio ma è importante ora chiedere alla RAI le ragioni di questa scelta dell’attuale direttore appena nominato per il “genere approfondimento” Mario Orfeo e della decisione del direttore della rete Tre, Franco Di Mare, di togliere Giannini dal palinsesto di maggio ancora di sua competenza (a giugno la competenza passa a Orfeo).
Sarebbe incredibile se la rai indebolisse programmi come “Report” e “Indovina chi viene a cena”, che danno fastidio sul piano politico ma che offrono quel grande servizio pubblico ai cittadini per cui la Rai è nata e dovrebbe perseguire. Sono questi i programmi che la Rai dovrebbe valorizzare e non imbavagliare soltanto per fare gli interessi di qualcuno.
È per questo motivo che presenterò una interrogazione parlamentare sul caso affinché si faccia chiarezza. Da un lato il Governo Draghi imbavaglia la Giustizia e le procure che combattono le mafie impedendo loro di fare informazione, dall’altro, grazie alla longa manus della Rai, impediscono ai cittadini di conoscere le conseguenze delle loro leggi e il fatto che i fondi vanno sempre nelle casse dei soliti noti. Una situazione ormai non più tollerabile.
Sen.ce Rosa Silvana Abate
Gruppo Misto Senato
Capogruppo Commissioni “Questioni Regionali” e “Agricoltura”