Al Vascello un’opera teatrale sull’Arte e l’Amicizia

Fino al 20 febbraio è in scena ART di Yasmina Reza, al Vascello di Roma, un’opera teatrale sull’Arte e l’Amicizia. E’ un lavoro con cui l’autrice ha vinto il prestigioso Premio Moliére nel 1994 che è stato successivamente tradotto in una trentina di lingue, pubblicato in Italia dalla casa editrice Adelphi, ed ora con la traduzione di Federica Di Lella è opera proposta per la stagione 2021/22 della Black Box di Monte Verde, diretto dalla Signora del Teatro d’Avanguardia, Manuela Kustermann.

Gli attori che compongono il collettivo ‘Generazione Disagio’, Luca Mammoli, Enrico Pittaluga e Graziano Sirressi, si sono cimentati su questo testo, lavorando in forte ascolto fra loro e delineando personalitá precise, non grottesche, sotto la regia di Emanuela Conte che ha curato anche la scena minimalissima, dove l’efficace gioco di luci policrome ha creato l’ambito di collocazione degli attori, il loro alternarsi, il loro apparire ed il loro scomparire dalla scena stessa.

L’amicizia fra uomini, quella di lunga data, è il fulcro dell’indagine narrativa che ha come scusa e metafora l’arte contemporanea ed il suo valore “monetario”.

Tre amici, Marc, Serge e Yvan, sono sulla quarantina ed hanno vite differenti, apparentemente vicine, ma nella sostanza lontane. Allontanarsi non vogliono, ma in realtà non possono perché sarebbe affrontare verità profonde su loro stessi e allora trasferiscono il conflitto alla fittizia discussione sulle divergenze sulla qualità artistica di un quadro completamente bianco, opera di un artista all’avanguardia pittorica della seconda metà del ‘900.

Discutono sul prezzo d’acquisto fino a far uscire spigoli e visioni opposte sulle scelte di vita, la scusa è il prezzo da capogiro con il quale è stata comperata da uno di loro questa tela della grandezza, spesso ribadita, di 160×120 cm. La vera natura però dell’acredine, dell’incomprensione e a tratti del disprezzo reciproco  è, come già detto, relazionale. Fitti dialoghi a tre, momenti di passi a due e monologhi brevi, così si sviluppa il testo che è ben scritto e arriva al punto. É meno doloroso accettare le nuove incomprensioni e mettere sotto il tappeto la vecchia polvere o allontanarsi per sempre? La risposta, come il gradimento per l’Arte Contemporanea, è estremamente soggettiva. Come ultimo atto di riconciliazione viene offerto un pennarello per intervenire sulla tela bianca, ma già sapendo che era lavabile.

(foto di Roberto Cavallini).

Barbara Lalle

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