“Fare impresa a Taranto è difficile (se sbagli metodo)”

Un “manuale pratico per imprenditori che desiderano avere successo e contribuire alla rinascita della città dei due mari”. È stato pubblicato il libro “Fare impresa a Taranto è difficile (se sbagli metodo)”, firmato da Gianluca Lomastro. Si tratta di un vademecum in cui è spiegato un metodo di marketing “in grado di portare un’azienda al successo”. L’autore lo dona “solo a quegli imprenditori che vogliono rimettere in discussione la propria organizzazione commerciale e di marketing”. Il libro, infatti, non è in vendita ma sarà consegnato gratuitamente dallo stesso autore a chi ne farà richiesta. “Lo sto regalando – dichiara Gianluca Lomastro, che ha già iniziato a portare il libro ai titolari delle aziende – perché voglio trasmettere al mio territorio concetti e competenze acquisiti in anni di formazione, in Italia e all’estero; voglio donare la sintesi di questi anni di formazione e l’applicazione degli stessi avvenuta con successo già in molte aziende tarantine, affinché altre imprese possano utilizzare queste nozioni per un miglioramento complessivo nella comunicazione, nel marketing, nella commercializzazione e nel posizionamento sul mercato”.

Il link per richiedere il libro ed averlo gratuitamente è https://www.imprenditoridisuccesso.it/libro/

Laureato in scienze economiche e bancarie a Siena, Gianluca Lomastro, di Taranto, è ideatore del sistema di marketing “Imprenditori di Successo”, specializzato in marketing strategico per aziende del settore turistico, edile a automobilistico, fondatore di Made in Taranto e direttore dei corsi Its Turismo Puglia a Taranto in materia di marketing di destinazione, food marketing and wine management. Per sette anni ha girato l’Europa investendo in formazione presso i formatori internazionali più autorevoli. Nel suo lavoro “Fare impresa a Taranto” è contenuto un messaggio ai giovani imprenditori.

“Sono tanti – dichiara Lomastro – gli imprenditori con meno di 45 anni che hanno tentato di fare impresa a Taranto e che, dopo svariati tentativi, hanno perso le speranze perché le cose non sono andate secondo i piani. In genere, hanno iniziato da un’intuizione o da una passione e grazie all’aiuto dei genitori o di un piccolo mutuo; ma, già dai primi tempi, si son ritrovati a fronteggiare una dura guerra dei prezzi con i concorrenti e una difficoltà ad emergere sul mercato. In tanti hanno pensato di trovarsi nel posto sbagliato e che il problema fosse la città. Il primo pensiero è stato quello di andarsene al Nord o all’estero, dove il quadro socio-economico sembra migliore e che ci siano più possibilità”. In realtà, “la nostra è una terra ricca di opportunità, ma che fa fatica ad alzare la testa. Ciò è imputabile ai cinquant’anni di massiccia presenza industriale che ha stroncato una sana cultura imprenditoriale. Sono nate ditte di trasporti e di pulizie locali e migliaia di negozi nei quali la gente entrava perché circolava denaro. Nessuno ha mai pensato di produrre ad esempio ferramenta, semplicemente sfruttando la vicinanza della più grande fabbrica d’acciaio d’Europa. In tanti hanno preferito seguire la via più semplice, l’appalto facile ed evitare di impegnarsi per dare un senso al proprio fare impresa a Taranto”. Ora “quei vecchi equilibri stanno saltando, perché il mercato si sta evolvendo”. La situazione è sfaccettata, “tra aziende destinate a collassare, centinaia di negozi fotocopia, imprenditori in possesso di capitali ma con in mano modelli strategici obsoleti; migliaia di laureati con tante nozioni in testa ma con basse competenze reali in fatto di impresa, giovani imprenditori con ottime idee ma che non riescono ancora a cavalcare l’onda del successo, ristoranti, pizzerie e strutture ricettive ‘fotocopia’, con business fragili. Di contro, esistono pochi imprenditori che invece stanno sperimentando un modello aziendale basato su focalizzazione, specializzazione ed ascolto costante dei bisogni e dei desideri del mercato di riferimento”.

Queste realtà sono il segnale che fare impresa a Taranto è possibile. Gianluca Lomastro, dopo gli studi in ambito europeo, spiega infatti il metodo nel libro, che contiene indicazioni su: il modello differenziante d’impresa, l’analisi costante della concorrenza, il piano di marketing strategico, un’organizzazione commerciale calibrata sugli obiettivi a breve e a lungo termine, la capacità di investimento, il controllo di gestione. Un “nuovo modello di business fatto di focalizzazione, differenziazione e marketing strategico, il cui risultato è stato un successo incredibile”. Il manuale sintetizza le basi necessarie “per mettere commercianti e imprenditori nelle condizioni ideali di cogliere le sfide del futuro, gettandosi alle spalle gli errori del passato”.

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