La stato di salute della sanità in Calabria è nota a tutti. Ospedali fantasma, strutture fatiscenti e personale sanitario ridotto al lumicino per colpa anche di una gestione politica, senza distinzione di colore, ‘fatiscente’ dell’intero comparto sanitario. In questa terra, purtroppo, tutto diventa più difficile per un normale paziente. Tutto, stranamente, diventa complicato. Le cronache raccontano solo di un marcio nello stivale d’Italia. Ma non è sempre e solo così. Solo che spesso non se ne parla. Ed è tempo di parlarne, invece, in questo deserto di malasanità perché i sanitari calabresi sono di assoluto valore e non sono secondi a nessuno. I calabresi devono iniziare a fidarsi dei professionisti che lavorano sul territorio e che hanno deciso di non abbandonare la propria terra. Lavorare in alcune condizioni non è facile, certo, e solo la professionalità del medico può e riesce a fare la differenza. Quello che è successo all’Ospedale Tiberio Evoli di Melito, probabilmente, in un’altra regione potrebbe rappresentare la normalità. Ma in Calabria, purtroppo, non sempre lo è. E questo grazie al professore Nicola Agostini a dimostrazione che se i cittadini calabresi si fidano dei professionisti locali non devono andare a cercare fortuna in altre regioni. L’equipe guidata da Agostini per ben undici ore è stata in sala operatoria per un intervento chirurgico molto delicato che ha salvato la vita a Pasquale Marino. Nicola Agostini ha eseguito un intervento di resezione dello stomaco, cucitura di diverse ernie ed applicazione di una rete addominale. Undici lunghissime ore ‘sotto ai ferri’in un ospedale di ‘frontiera’, come a volte viene etichettato il Tiberio Evoli. Non un intervento facile. Ma la professionalità dei sanitari è stata premiata. E le parole di Marino rappresentano la più bella testimonianza di un uomo della Calabria salvato da un suo medico calabrese. “Non ho avuto dubbi nel rivolgermi all’ospedale di Melito Porto Salvo. Anche se ci sono le difficoltà che tutti conoscono , i pazienti vengono seguiti con la massima attenzione. Se sono ancora vivo lo devo al dottore Agostini”. Parole di speranza che fanno ben sperare per il futuro della sanità calabrese.
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