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Evitare la pubblicazione delle intercettazioni ma non l’uso investigativo. E’ questo la via da intraprendere secondo Luca Palamara, presidente dell’Anm, per contenere il dilagare della pubblicazione di contenuti di conversazioni private. “Impedirne la pubblicazione, non di limitare l’uso di questo strumento investigativo importantissimo”. Palmara vuole tenere fuori l’Anm dalle discussioni di queste ore sulla necessità di un dl per regolamentare le intercettazioni. “E’ ovvio – ha detto infatti Palamara – che sul discorso delle indiscrezioni l’Anm non entra e non fa commento. Dove invece vogliamo intervenire è nel ribadire l’importanza che questo strumento investigativo ha in questo Paese e non solo per scoprire gli autori dei reati più gravi, ma anche di quelli meno gravi che permettono poi di risalire filoni criminali”. “Quello delle intercettazioni – ha aggiunto – è un argomento molto delicato che va trattato con calma e tranquillità e non sull’onda di situazioni giudiziarie personali”. “Il vero tema non è limitarle – conclude il presidente dell’Anm- ma trovare un argine alla diffusione del materiale irrilevante o che riguarda terzi. Noi abbiamo già proposto l’udienza stralcio, durante la quale difese e pm discutono davanti a un giudice ciò che è rilevante e ciò che non lo è”. Per l’ennesima volta ieri è fallito il tentativo della maggioranza di accelerare sulle intercettazioni. Vuoi per la contrarietà del Quirinale, vuoi perché forse la strada si presentava in salita anche dal punto di vista della tempistica, visto l’imminente deposito di nuove bobine sull’affaire Tarantini. Silvio Berlusconi era salito ieri al Colle con la manovra ormai in tasca e la volontà di azzardare il blitz sulle intercettazioni. Ma l’idea di un dl sulle intercettazioni è stata rifiutata dal presidente della Repubblica.
