Lo scorso 8 aprile è uscito il nuovo disco dei FOJA, ‘Miracoli e Rivoluzioni’. Pronti per presentare il nuovo progetto, sono stati ospiti di Radio Punto Nuovo. Le parole di Dario Sansone, voce e chitarra dei FOJA: “La pandemia ha allungato i tempi di lavorazione dell’album e del nostro ritorno in campo. Penso sia accaduta a tanti artisti questa cosa, però sono contento che il disco sia pieno di vita, sudore, sangue, amore, gioia, sofferenza. C’è tutto. Anche per questo è un disco che ha una doppia anima, è ambivalente: da un lato c’è amore, dall’altro canzoni più di indagine sociale. Questi sono i nostri miracoli, le nostre rivoluzioni. Abbiamo sempre cercato nella musica il continuo scambio, la contaminazione perché è da queste differenze che vengono fuori cose nuove e migliori per noi. Abbiamo tanta voglia di tornare live, ma credo ci sia anche da parte del pubblico. Siamo ripartiti portando in giro questo disco, raccontandolo alle persone occhi negli occhi. Stiamo facendo presentazioni per la Campania per ritrovarci dove ci eravamo lasciati e raccontare le canzoni di ‘Miracoli e Rivoluzioni’ nella maniera più nuda acustica possibile, così da far entrare nel nostro viaggio gli amici. Il disco sarebbe dovuto uscire nel 2020, è figlio di questi due anni. La produzione intera dell’album è una cosa nuova per noi, abbiamo dovuto lavorare frammentati. Ma di questo abbiamo fatto necessità virtù: alcune parti sono state registrate addirittura nelle nostre case nel momento più delicato del lockdown e le abbiamo tenute, alcune voci sono registrate a casa mia da me in orari di vita normale e addirittura delle cose sono arrivate dall’estero, come violini e fisarmoniche da Parigi. ‘A mano ‘e Dios è una canzone fatta a metà tra Napoli e Buenos Aires, abbiamo fuso voci e percussioni dall’Argentina con il nostro suono. Un disco girovago, ha avuto tanti giri, anche tanti cambiamenti prima delle forme finali. Alcune canzoni della nostra idea iniziale non ci sono più, sono state sostituite da altre che hanno raccontato la contemporaneità di quello che stiamo vivendo, ci sono sembrate più affini a quello che volevamo esprimere. Non mi piace la questione della maturità perché la curiosità deve restare viva e dobbiamo mantenere l’aspetto bambino di fronte alle cose. Canzone preferita dell’album? Molto difficile decidere. Mi piace tanto cantare quella che apre l’album, si chiama ‘Nun è ancora fernuta’, e ‘Duje comme nuje’ è un pezzo di vita. Non solo mio, è una canzone legata ad un lungometraggio d’animazione che si chiama ‘Yaya e Lennie, the walking liberty’ a cui ho lavorato nell’altra mia vita di disegnatore. È la main song del viaggio di questi due personaggi in un futuro post apocalittico. L’epoca che stiamo vivendo ha solo bisogno di pace, che è una parola pare dia un po’ fastidio ultimamente, non viene usata nella maniera corretta. La pace presuppone che non ci siano guerre e armi. Il miracolo e rivoluzione più grande sarebbe la pace in questo momento. Concerti? A breve ne annunceremo un bel po’, di quelli che piacciono a noi. Con Gragnaniello ci lega una linea di sangue. Questo lega tutti quelli che prendono la canzone napoletana e si ‘sporcano’ con altre culture, altri luoghi. In generale sono tutte apparentemente diverse da noi le collaborazioni in questo disco però ci riguardano molto dato che ogni collaborazione con noi deve avere l’umano alle spalle. Non sono mediate da accordi manageriali ma attestati di stima reciproca e lavori artistici da mettere fuori. Ci fa molto piacere ‘sporcarci’ con chi è musicalmente diverso da noi perché impariamo qualcosa vicendevolmente. Se fossimo tutti uguali il dna non migliorerebbe. Per me questo è un nuovo disco d’esordio dopo tutto quello che è successo, come se non sapessi più niente di me, dei Foja, una novità. Come in tutte le buone famiglie ci sono litigi, ma noi siamo ancora degli amici che portano della musica come quando eravamo nella saletta. Proviamo ad essere più professionali e lo siamo quando andiamo in giro a promuovere o quando facciamo concerti, ma stare in furgone con noi è un’avventura folle, una continua gita delle medie. ‘A mano ‘e Dios è un adattamento nella nostra lingua di questa canzone con la benedizione dell’autore originale, che è Alejandro Romero che partecipa con un cameo a questa canzone. Ci è servita anche per fare solidarietà perché con il Napoli United e Maradona Jr, attraverso la vendita del singolo che è uscito a giugno 2021, siamo riusciti ad acquistare attrezzature sportive e strumenti musicali per il penitenziario minorile di Nisida. Siamo andati lì, è stato un giorno emozionante che ci fa capire quanto poi la musica abbia un valore più alto di quello a cui ci abitua chi si occupa solo di intrattenimento perché ha contenuti che spostano le anime e riesce a fare del bene”.