Non solo Festa della Liberazione, dove e perché si festeggia il 25 aprile

In Italia la Festa della Liberazione è una delle ricorrenze più importanti perché celebra la liberazione dello Stato dall’occupazione nazista e dal regime fascista. È un simbolo della lotta della resistenza militare e politica delle forze partigiane. Il 25 aprile, però, è una data importante anche in altri Paesi del mondo. Se per lo Stivale sono importanti le vicende di chi ha combattuto contro la dittatura e ogni anno vengono riproposte le storie delle partigiane che hanno contribuito a mettere fine alla Seconda Guerra Mondiale, ecco dove e perché il 25 aprile è importante in altri Stati.

In Italia la data del 25 aprile come “festa delle Librazione” è stata presa il 22 aprile del 1946, quando il governo italiano provvisorio guidato da Alcide De Gasperi stabilì con un decreto che questa giornata divenisse celebrazione “nazionale” per ricordare la fine dell’occupazione nazista e fascista. In Australia e Nuova Zelanda, invece, sempre il 25 aprile ricorre l’ANZAC Day, un’importante commemorazione dei soldati e delle forze armate di questi due Paesi. Si tratta di una giornata dedicata alla memoria dei caduti in tutte le guerre. La data simbolica rappresenta per Australia e Nuova Zelanda il contributo dei soldati e la crescita del patriottismo e ricorda la partecipazione delle truppe ANZAC alla Prima Guerra Mondiale, evento fondamentale nel processo di affrancamento di due Paesi. L’ANZAC Day viene festeggiato anche nelle Isole Cook, a Niue, nelle Samoa e a Tonga.

Il 25 aprile è festa nazionale anche nelle Fær Øer, le 18 isole che formano un arcipelago situato al largo delle coste settentrionali dell’Europa, dove si celebra la bandiera. Qui, la bandiera acquistò popolarità e una certa ufficialità proprio il 25 aprile 1940, quando il governo d’occupazione britannico la approvò come vessillo navale per le imbarcazioni delle isole. Per il Portogallo, invece, il 25 aprile rappresenta il Dia da Liberdade, ossia la Festa della libertà, ma a differenza dell’Italia, le origini di questa festa sono profondamente legate alla rivoluzione dei garofani, un colpo di Stato militare del 1974 attuato dall’ala progressista delle forze armate che pose fine al lungo regime autoritario fondato da António Salazar. Se l’Italia ha scelto il 25 aprile come giornata della liberazione dalle forze naziste, non si può dimenticare l’8 maggio, ovvero il Victory in Europe Day. Questo giorno rappresenta la fine della Seconda Guerra Mondiale sul fronte europeo, sancito con l’atto di capitolazione militare della Germania nazista firmato a Reims il giorno precedente, con le truppe tedesche che deposero ovunque le armi.

“Il 25 aprile ci ricorda che resistere è necessario, è un dovere, ieri come oggi. Ovunque la giustizia e la dignità vengano attaccate, umiliane, distrutte, ora e sempre resistenza. Questo devo essere lo slogan, il grido che sempre deve accompagnare il nostro atteggiamento verso la guerra”. Sono le parole della senatrice a vita Liliana Segre in un messaggio inviato a Bari in occasione dell’evento organizzato per il 77esimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo “La resistenza è un bel futuro”, letto sul palco del teatro Kursaal Santalucia da una liceale barese. “La nostra festa, quella del 25 aprile, la festa di tutti i democratici, degli antifascisti, la festa della nostra Repubblica – è il messaggio di Liliana Segre – , ricorda il giorno in cui cominciammo a liberarci con le nostre forze e con il nostro sangue, il giorno in cui i partigiani, insieme agli alleati della coalizione antifascista dettero l’ultimo colpo alla guerra dell’invasore nazifascista. Ma è una festa che oggi, come sempre, parla anche al nostro presente, ad un presente di guerra che ci si impone prepotentemente, dove una potenza aggredisce e sanguinosamente distrugge un Paese sovrano nel cuore dell’Europa, ma un presente segnato ancora anche dalla pandemia, con i suoi costi umani e sociali. Tutto è nato dall’invasione russa, moralmente e giuridicamente da condannare e condannata, senza se e senza ma, a cui hanno fatto e stanno facendo seguito uno scempio di umanità e di vita del popolo ucraino e una legittima resistenza armata’’, ha detto il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo, intervenendo sul palco del teatro Kursaal Santalucia di Bari all’evento organizzato in occasione del 77esimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo “La resistenza è un bel futuro”. Sono sorpreso ma soprattutto amareggiato – ha detto interpellato poi a margine dai cronisti – perché quello che è in discussione non è la legittimità di un confronto fra idee diverse nel reciproco rispetto, ma la demonizzazione di una posizione che non è soltanto quella dell’Anpi ma di un fronte molto vasto che comprende tanta parte del mondo cattolico e laico e, per quanto ne sappiamo, corrisponde al punto di vista di una larga, forse larghissima parte di italiani. Pur nelle opinioni diverse, è necessario e urgente operare insieme, unitariamente, affinché si apra la possibilità di un negoziato, si riaccenda la scintilla della speranza, si esca dal vicolo cieco in cui sembra piombata l’Ucraina e l’intera Europa, a partire dalla immediata cessazione dei bombardamenti e dal ritiro delle truppe di occupazione. L’utopia non è ciò che non si potrà realizzare, ma ciò che non è stato ancora realizzato. Si può fare, se si è uniti nella diversità, se prevale la politica, se suonano più alte le parole della vita sulle parole della morte.

“La pace non significa resa, la pace va raggiunta ma non significa arrendersi, quindi oggi ancora di più il popolo ucraino si deve determinare e va rispettato il suo diritto di popolo, di istituzione, il diritto alla difesa, che è un diritto sacrosanto e il Parlamento italiano è vicino al popolo ucraino”,   ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, a margine di un evento a Bari, “La resistenza è un bel futuro”.

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