La Russia fa sul serio, le minacce di chiudere i rubinetti di gas sono diventate realtà per Polonia e Bulgaria. La Germania invece è pronta a rinunciare al petrolio russo. La rinuncia al gas russo è arrivata in anticipo rispetto alle previsioni per i due paesi che ora dovranno contare su forniture alternative. La Russia può chiudere il gas da un momento all’altro ad altri paesi.
Varsavia dipendeva al 100% dal gas russo e da anni si prepara a liberarsi da questa ingombrante dipendenza. Tanto che ad oggi ne percepiva pochissimo di gas dalla Russia. Infatti, la Polonia ha costruito rigassificatori per poter comprare gas dagli Usa e da ottobre andrà in funzione il Baltic Pipe, gasdotto che prenderà gas dalla Norvegia. Per questo motivo, è stato anche uno degli stati che più ha pressato sin dall’inizio dell’invasione di imporre l’embargo al gas russo.
La Polonia, dunque, è stata poco toccata da questa interruzione perché quasi non ne aveva più bisogno oramai. E forse può essere stato un pretesto per liberarsi completamente e tagliare questo cordone con la Russia. Un legame destinato a recidersi, prima o poi, con tutti i paesi europei, chi prima e chi dopo. Ora tutti gli altri paesi stanno accelerando verso l’indipendenza, un percorso che come la Polonia, avrebbero dovuto intraprendere molto prima. Che sia per volere della Russia o dei paesi europei, prima o poi l’interruzione del gas russo avverrà per tutti.
Il colosso del gas Gazprom aveva già diminuito il flusso nei gasdotti verso l’Europa. Ora arriva l’interruzione per due paesi membri e il prezzo schizza alle stelle. Per molti analisti, Varsavia aveva cercato l’incidente poiché aveva annunciato sanzioni contro 35 società e 15 individui russi, black list in cui ha incluso anche Gazprom, attraverso la joint venture EuRoPol GAZ, che gestisce il tratto polacco del gasdotto Yamal-Europe.
È “ingiustificata” e “inaccettabile” la decisione del colosso dell’energia russo Gazprom, che ha asserito di aver interrotto il gas da Mosca sia verso la Bulgaria sia verso la Polonia, dopo che entrambe le nazioni si sono rifiutate di iniziare a pagare in rubli. Questo è quanto dichiarato in una nota dalla presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen. “È l‘ennesimo tentativo della Russia di utilizzare il gas come strumento di ricatto“, ha dichiarato, aggiungendo che Mosca si è rivelata essere un fornitore inaffidabile.
“Siamo preparati per questo scenario. Siamo in stretto contatto con tutti gli Stati membri. Abbiamo lavorato per garantire forniture alternative e i migliori livelli di stoccaggio possibili in tutta l’Ue”, ha commentato la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen.
“Gli Stati membri hanno messo in atto piani di emergenza proprio per questo scenario“, e “in questo momento è in corso una riunione del gruppo di coordinamento del gas. Stiamo delineando una risposta coordinata dell’Ue“, ha poi precisato Von der Leyen, dicendo che “continueremo inoltre a collaborare con i partner internazionali per garantire flussi alternativi e continuerò a lavorare con i leader europei e mondiali per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico in Europa“.
“La decisione di Gazprom di tagliare le forniture di gas ad alcuni Stati membri dell’Ue è un’altra mossa unilaterale aggressiva della Russia“, ha poi commentato su Twitter il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dicendo di essere in contatto con i premier di Polonia e Bulgaria, Mateusz Morawiecki e Kiril Petkov. “Rimarremo uniti e ci sosterremo a vicenda mentre elimineremo gradualmente le importazioni di energia russa”, ha inoltre aggiunto Michel.