9 maggio e la catastrofe civile e morale sull’Ucraina

Il 9 maggio è il ‘giorno della vittoria’ che la Russia festeggia per ricordare la vittoria sul nazismo durante la Seconda guerra mondiale. Il presidente russo Vladimir Putin, dalla piazza Rossa di Mosca, tiene il suo tradizionale discorso: quest’anno, complice la guerra con l’Ucraina, il suo intervento ha un significato particolare. Putin si è rivolto ai russi, ma soprattutto all’Occidente, spiegando i motivi dell’invasione

Nell’apertura del suo discorso, Putin si è rivolto ai soldati, congratulandosi con loro perché “combattete per la nostra gente nel Donbass, per la sicurezza della nostra patria e per il futuro”, affinché “non ci sia posto nel mondo per i criminali nazisti”.

Ha poi aggiunto che la morte di ognuno di loro è una perdita “irreparabile” e che il Governo farà “di tutto per aiutare le loro famiglie”, aggiungendo di aver firmato l’ordine di dare un’assistenza statale ai figli dei militari russi uccisi in Ucraina.

Putin ha poi puntato il dito contro la Nato, che “non ha voluto ascoltarci”, sottolineando che la Russia è sempre stata favorevole alla creazione di “un sistema indivisibile per la sicurezza”.

Secondo il presidente russo, infatti, il motivo della guerra in Ucraina è la minaccia ai confini, “inammissibile”.

Putin ha dichiarato che il pericolo è cresciuto “giorno dopo giorno” e che l’attacco a Kiev è stato “un atto preventivo, una decisione necessaria e assolutamente giusta“. Secondo lui, infatti, era stato deciso un attacco “anche alla Crimea”.

Infine, durante il discorso che ha aperto la parata del 9 maggio, ha aggiunto che “l’orrore di una guerra globale non si deve ripetere“.

Dopodiché i toni di accusa sono stati concentrati su Joe Biden e sugli Stati Uniti.

Il 9 maggio la Russia celebra la vittoria sul nazismo con una grande parata militare. Ma non nella regione separatista ucraina del Donbass

Putin, infatti, ha rivelato che una delegazione di veterani americani della Seconda guerra mondiale “sarebbe voluta venire a Mosca” per partecipare alle celebrazioni per la sconfitta del nazismo, “ma è stato loro vietato” di farlo.

“Voglio che i veterani americani sappiano che siamo orgogliosi delle loro gesta“, ha concluso Putin.

In una Kiev desolata a causa della guerra tra Ucraina e Russia, Volodymyr Zelensky invia un chiaro messaggio agli ucraini che stanno soffrendo per il conflitto armato che va avanti ormai da quasi tre mesi. Passeggiando tra le strade della capitale, il presidente ucraino lancia poi delle provocazioni all’omonimo russo Putin, senza però mai citarlo durante il suo discorso.

È con un video di cinque minuti, tra le strade deserte di Kiev, che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha voluto parlare alla nazione nel Giorno della Vittoria, quel 9 maggio che è importante per i russi ma anche per gli ucraini. Un Zelensky solo, ma deciso e mai preoccupato quello che si mostra al proprio popolo puntando il dito contro la Russia e contro “colui che sta ripetendo oggi gli orribili crimini del regime di Hitler“.

Il riferimento, ovviamente, è a Vladimir Putin, che però Zelensky decide di non citare mai durante il messaggio pubblicato sui social. Una scelta chiara da parte del presidente ucraino che non vuole dare spazio al tiranno russo, che viene definito un pazzo che spera di “ripetere 2194 giorni di guerra della Seconda guerra mondiale”.

Guardando la sua Kiev distrutta dalle bombe nemiche, il presidente ucraino è un fiume in piena nel parlare di Putin paragonandolo a Hitler: “È stato maledetto da milioni di antenati quando ha cominciato ad imitare il loro assassino. E allora perderà tutto“.

Nel Giorno della Vittoria, che Zelensky ha voluto ricordare non è solo della Russia ma anche dell’Ucraina, il presidente ha voluto mandare un chiaro messaggio sul successo nel conflitto che in questo momento sta tenendo sotto scacco il paese. “Prima o poi vinceremo” si è detto certo, dando una speranza alla sua terra.

Zelensky ha infatti spiegato: “Non ci sono catene che possano legare il nostro spirito libero. Non c’è occupante che possa mettere radici nella nostra terra libera. Non c’è invasore che possa governare il nostro popolo libero”.

Poi la provocazione, ancora una volta, al non citato Putin: “Molto presto ci saranno due Giorni della Vittoria in Ucraina. E qualcuno non ne avrà nessuno”.

Il videomessaggio alla Nazione, girato tra le strade di Kiev all’alba, è anche ricco di riferimenti alla Seconda Guerra Mondiale. La guerra in atto in Ucraina viene paragonata un po’ a quanto successo in passato, con Zelensky che ha ricordato: “Stiamo lottando per la libertà dei nostri figli, e quindi vinceremo”.

“Non dimenticheremo mai cosa hanno fatto i nostri antenati durante la Seconda guerra mondiale, in cui morirono più di otto milioni di ucraini” ha ribadito.

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