Mara Carfagna, con ‘Verso il sud’, lavora per un nuovo Mezzogiorno

A Sorrento, dal meeting “Verso sud” voluto da Mara Carfagna,  con la presenza di Mattarella,  Draghi,  ministri e dignitari vari, ci sarà da capire se si riuscirà a concretizzare qualcosa in questo Mezzogiorno, ricco solo al momento  di criminalità dilagante,  disoccupazione e sottosviluppo. Di certo, al momento, c’è solo il solito red carpet, a dire il vero  ai massimi livelli politico-istituzionali, ricco di foto, interviste e banalità varie.  Alla Carfagna va il merito di aver reso evidente,  con la sua iniziativa,   che il Mezzogiorno è un problema nazionale perché in esso si concentra il più alto margine della nostra crescita potenziale. Se cresce il sud cresce il Paese, se, al contrario,  affonda, come sta accadendo, lo tira giù. Sulle mafie, che per il sud sono deleterie, sarebbe bello che sulle mafie venisse fuori qualche provvedimento straordinario per combatterle, contenerle e cancellarle. Ad esempio il ricambio ed il rafforzamento delle forze dell’ordine, soprattutto dell’intelligence, operazioni coordinate tra Polizia Carabinieri e Guardia di Finanza nelle aree infestate e più a rischio, l’esercito a presidiare il territorio, e magari interventi nelle principali  zone di spaccio. Segnali concreti  che diano il segno di una seria determinazione a farla finita con questa infezione che ci sta portando allo stato terminale.  Sarebbe bello se, oltre a comunicarci quanti soldi sono stati destinati al Mezzogiorno sui vari capitoli, ci si occupasse dei progetti che mancano e della scarsa capacità di spesa (meno dell’8% delle somme stanziate) della pubblica amministrazione, che sono le vere criticità nel campo delle opere pubbliche, la cui lentezza al sud sfida i secoli.  Parliamo di banche dati, progetti cantierabili, snellimenti burocratici, quindi uffici tecnici, procedure semplificate e cose simili. La velocità di utilizzo e di spesa dei fondi, oltre la qualità delle opere, ovvio, non sono una variabile indipendente. Sarebbe bello che senza revocare quella bestialità del reddito di se ne modificasse radicalmente la natura e si assegnasse solo a chi ne ha effettivo bisogno. E sarebbe bello che per lavoro e formazione si facesse qualcosa di straordinario, concreto ed immediato. Ed infine che lo Stato maggiore del Paese ricordasse con una certa solennità  il principio, fondamentale in ogni democrazia funzionante, che ad ogni diritto deve corrispondere un dovere perché è con i doveri e le responsabilità che si pagano e si rafforzano i diritti.

“I leader politici che si confrontano direttamente sul Sud sono il segnale di un cambio di passo importante.” Il ministro per la Coesione Territoriale Mara Carfagna sottolinea questo dato a conclusione del Forum “Verso il Sud” organizzato a Sorrento.

L’appuntamento – che dovrebbe diventare “un luogo di confronto annuale tra imprese e business community” – ha visto gli interventi di 10 ministri oltre a politici ed economisti dell’ area del Mediterraneo.

“Ne è emerso – ha aggiunto Carfagna – un Sud non più come Cenerentola d’Italia da aiutare con sussidi e bonus, ma come area che può crescere di più, con le proprie gambe, per competere con il resto d’ Europa e con il mondo”. Un Sud hub tecnologico, polo dell’innovazione: obiettivi che però, avverte Carfagna, passano anzitutto “per la piena attuazione del Pnrr”. La fotografia di quanta strada resta da fare è nei numeri del ministro per l’ Economia Daniele Franco che ha definito “enorme” il divario tra il Pil del Mezzogiorno e quello del Nord del Paese: “Dopo una fase di grande recupero nel dopoguerra, dagli anni ’80 non sono stati fatti sostanziali progressi. Il Pil pro capite è al Sud il 55% di quello del Nord. Se si vogliono ottenere tassi di crescita più robusti – ha avvertito Franco – è cruciale riavviare la convergenza tra le due aree del Paese”. Certo, c’ è Il Pnrr, “un’ opportunità nuova,” che “da solo, però, non basta”- avverte il ministro dell’ Economia – .”bisogna utilizzare tutti i fondi a disposizione e saper spendere le risorse”.

Il ministro per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini prepara una legge quadro sulle autonomie destinata a “sfatare il luogo comune di un Nord contrapposto al Sud”. La prospettiva del Mezzogiorno – per Gelmini – è quella di diventare “un hub tecnologico proiettato verso Africa e Medioriente”. Sfida per la quale – sottolinea il ministro della PA Renato Brunetta – “la formazione è” cruciale”.

“Avanti con le riforme per non perdere” i fondi del Pnrr, con la “volontà di immaginare e costruire un Sud diverso”. Il presidente del Consiglio Mario Draghi, ritornato dagli Stati Uniti dove ha incontrato Joe Biden, ha partecipato al forum “Verso Sud” promosso dal ministro Mara Carfagna. Il premier ha parlato dell’agenda concordata con l’Unione europea per ricevere i finanziamenti di Next Generation Ue, delle politiche di rilancio del Mezzogiorno e della diversificazione delle fonti energetiche, cruciale alla luce della guerra in Ucraina e le tensioni internazionali.

“La struttura del Pnrr prevede che lo stanziamento di finanziamenti sia vincolato al rispetto delle scadenze, al raggiungimento di precisi obiettivi”, ha spiegato il premier Mario Draghi durante il forum “Verso Sud”. “Dobbiamo procedere rapidamente con l’agenda di riforme concordata con l’Unione Europea, per non perdere accesso ai finanziamenti e superare le fragilità strutturali che hanno rallentato la crescita dell’Italia e del Sud”.

“Il quadro geopolitico che ci muta davanti presenta rischi, ma anche opportunità, in particolare per i Paesi del Mediterraneo”, ha detto ancora Draghi. “La giornata di oggi è un segno della nostra volontà di immaginare e costruire un Sud diverso. Un Mezzogiorno protagonista delle grandi sfide dei nostri tempi. L’evoluzione delle politiche pubbliche per il Meridione è spesso rappresentata come una successione di inevitabili sprechi, fallimenti. La storia economica del Sud nel Secondo Dopoguerra è però più complessa di come raccontano questi pigri pregiudizi”.

Tra i temi toccati dal presidente del Consiglio c’è anche quello della diversificazione delle fonti d’energia, con il Mezzogiorno che potrebbe giocare un ruolo cruciale: “La guerra in Ucraina ha fatto emergere la pericolosità della nostra dipendenza dal gas russo. L’Italia si è mossa con la massima celerità per diversificare le forniture di gas, e intende continuare a farlo. Il Sud è centrale. Allo stesso tempo, acceleriamo lo sviluppo dell’energia rinnovabile, per migliorare la sostenibilità del nostro modello produttivo”. Draghi ha poi aggiunto che “tutta l’attività nel campo del gas è necessaria, perché siamo in periodo di emergenza, ma non avviene a scapito del raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica fissati in Italia e in Ue. Per cui acceleriamo sviluppo dell’energia rinnovabile più di quanto fatto  ora. L’emergenza spinge a una maggiore velocità degli investimenti in energie rinnovabili e questo per garantire indipendenza energetica economica e politica a cui tendiamo”.

Magari un giorno si parlerà di Cernobbio come della Sorrento del Nord”. Questo l’azzardo retorico di Mara Carfagna, ministro per il Sud, nel suo intervento finale al forum “Verso Sud” organizzato dal Ministero con The European House – Ambrosetti a Sorrento.

Alla due giorni di Villa Zagara hanno partecipato le massime cariche istituzionali e politiche italiane, a partire dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, il presidente della Camera Roberto Fico e il premier Mario Draghi, ma anche dieci ministri, i leader dei principali partiti politici, governatori delle Regioni del Sud e rappresentanti dei governi dei Paesi del Mediterraneo.

Un evento che qualcuno ha già ribattezzato “la Cernobbio del Sud” e che, come l’originale, potrebbe diventare un appuntamento annuale: “Questa è l’intenzione – spiega il ministro Carfagna – ci serve un appuntamento annuale tra istituzioni, business community ed enti del Mediterraneo, amministrazioni, soggetti attuatori del Pnrr. A Sorrento abbiamo dato la prova che questo tipo di evento era atteso, e quindi necessario. In caso contrario non ci sarebbe stata certo una partecipazione di questa qualità e quantità. L’anno prossimo andrà ancora meglio”.

“Un’apoteosi che non ha nulla di casuale – scrive Repubblica accendendo i riflettori sul futuro politico di Mara Carfagna – Frutto di una tela che non è ancora chiaro dove la porterà, ma vanta già un ordito robustissimo. Da sfruttare quando sarà il momento. Perché se «Mara non lascerà mai Forza Italia, almeno finché c’è Berlusconi », sospira un fedelissimo, certo è che sono in tanti a immaginarla alla testa del “famoso Centro”. Tuttavia possibile solo se la legge elettorale cambierà: «Con il proporzionale è fatta», sognano i Carfagna boys. Perfetta leader della frammentata galassia moderata che non si rassegna a morire sovranista. Capace di attrarre una serie di mondi che si sentono da tempo orfani, divenuti interlocutori fissi della ministra per il Sud.

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