Dl Ucraina bis, il governo pone la fiducia

Per due volte manca il numero legale alla Camera alla votazione  sulla pregiudiziale di Fdi sul decreto legge Ucraina Bis. Assenze che si contano tutte nella maggioranza. Dove è forte il malcontento per il modo in cui Draghi sta gestendo il dossier sulla guerra. Nunzio Angiola, deputato di Azione e relatore al provvedimento all’esame della Camera afferma che vi sono motivi di forte recriminazione per il fatto che la scadenza del decreto è fissata per il 20 maggio e che in commissione è stata data appena un’ora per il deposito degli emendamenti e soltanto due per l’analisi e la votazione degli stessi.

“È vergognoso – sottolinea il capogruppo FdI alla Camera Francesco Lollobrigida – che una maggioranza formata da oltre il 90% delle forze politiche, tenuta insieme solo dalla paura di perdere la poltrona, sia assente e non riesca a garantire il numero legale in Aula su un provvedimento così importante. L’esperienza di questo governo è al capolinea, sarebbe più dignitoso ridare la parola agli elettori”.

Il governo ha posto la questione di fiducia sull’approvazione senza emendamenti e articoli aggiuntivi del Dl Ucraina. La decisione di blindare il provvedimento è stata presa dopo che, come annotavamo,  lunedì alla Camera, per ben tre volte, era mancato il numero legale, ovvero la presenza della metà più uno dei deputati, facendo slittare a ieri l’inizio della discussione del testo. In mattinata, a Montecitorio, i deputati sono tornati numerosi e l’Aula ha respinto la pregiudiziale dell’opposizione di Fratelli d’Italia. Dopo questo passaggio, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà ha annunciato la fiducia: il voto ci sarà oggi alle 10.30.

Quella all’interno del Consiglio nazionale del Movimento 5 stelle, che si è conclusa  dopo la sospensione di 24 ore prima, “è stata una discussione ampia in cui abbiamo sviscerato la situazione attuale. Confermiamo la nostra valutazione, in questo momento l’Italia non deve più inviare armi, ci sono già state tre forniture di armamenti. Adesso riteniamo ci sia una nuova fase in cui l’Italia deve essere protagonista, in prima linea, non da sola ovviamente ma con gli altri Paesi europei, per spingere con tutti gli sforzi possibili, diplomatici, verso una soluzione negoziale”. Così il leader del M5s, Giuseppe Conte, parlando con i cronisti a margine di un convegno al Senato.

“Dobbiamo assolutamente porre fine a questa guerra, se non diamo una sterzata, se non imprimiamo noi con gli altri Paesi europei, una svolta, rischiamo – ha proseguito l’ex presidente del Consiglio – di avere un conflitto che durerà non sappiamo quanto tempo, qui, in Europa. I nostri cittadini italiani, europei e non solo, perché la crisi sta contaminando anche i Paesi africani e dell’America latina, la crisi per i cereali, non se lo possono permettere. Arriverebbe una recessione veramente severa, gravissima, aggraverebbe ancora di più le condizioni economiche e sociali che stiamo affrontando, già caratterizzate dal caro bollette, caro energia, perdita del potere d’acquisto”. “Confermiamo – ha ribadito Conte – che per quanto riguarda l’invio di armamenti l’Italia ha già dato e adesso deve caratterizzarsi per essere in prima linea negli sforzi”.

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