Soros, la profezia sulla Terza Guerra Mondiale e le conseguenze. Cosa ha scritto a Draghi

Secondo George Soros, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia potrebbe scatenare la tanto temuta Terza Guerra Mondiale, un conflitto a cui la civiltà potrebbe anche non sopravvivere. La previsione del finanziere e filantropo di origine ungherese è arrivata al Forum di Davos, in Svizzera.

A riportare quanto dichiarato da George Soros in occasione del Forum di Davos, in Svizzera, è il ‘Corriere della Sera’. Secondo il filantropo, l’invasione dell’Ucraina “potrebbe essere l’inizio” della Terza Guerra Mondiale e “la civiltà potrebbe non sopravviverle”.

Soros ha spiegato che, per lui, l’ipotesi di un cessate il fuoco e di trattative per un accordo di pace non è credibile perché il presidente russo Vladimir Putin “non è affidabile“. Secondo il filantropo, dovrebbe essere proprio Putin a “iniziare i negoziati di pace, cosa che non farà perché equivarrebbe per lui a dimettersi”.

Lo stesso George Soros ha spiegato che l’invasione russa in Ucraina non si è prodotta dal nulla. Il mondo è sempre più interessato da uno scontro tra due sistemi di governance diametralmente opposti: “società aperte e società chiuse”. Non solo: secondo il filantropo, stiamo per affrontare una “depressione globale“.

George Soros ha scritto una lettera a Mario Draghi, incoronando il presidente del Consiglio italiano come leader europeo più capace di

Soros ha spiegato: “Gli ho scritto ieri una lettera in cui dico che l’Europa, che detiene i gasdotti, ha in realtà una posizione di forza maggiore rispetto alla Russia”. Il filantropo ha scritto proprio a Draghi in quanto leader europeo “in grado di far avanzare” le posizioni europee, e che ha “l’iniziativa, l’immaginazione, l’alta reputazione” necessarie per il braccio di ferro con la Russia e per  far avanzare un progetto federalista in Europa.

Nella lettera inviata da Soros a Draghi si legge: “Putin sta chiaramente ricattando l’Europa minacciando di trattenere il gas, che ha messo a riserva piuttosto che alimentare le forniture all’Europa. La posizione negoziale di Putin non è forte come sembra e come Putin finge che sia: si stima che per luglio i depositi russi saranno al massimo e l’Europa è il solo mercato di sbocco russo”.

Secondo Soros, l’Europa deve anticipare i preparativi per rendersi indipendente dalla Russia, prima della prossima stagione fredda, impedendo alla Russia di chiudere i rubinetti finché tale mossa può fare ancora male. A quel punto, la strada indicata dal filantropo è quella di “imporre una pesante tassa sulle importazioni di gas, in modo che il prezzo al consumo non scenda, ma la Unione europea guadagni un gettito da usare per sostenere i poveri e investire in energia verde”.

George Soros, classe 1930, è un multimiliardario, finanziere, magnate, filantropo e attivista ungherese naturalizzato statunitense, conosciuto in tutto il mondo per la sua ricchezza, ma anche per le sue battaglie.

Fondatore e presidente del Soros Fund Management, con un patrimonio netto di 8,3 miliardi di dollari ad aprile 2020, occupa il 56esimo posto della classifica Forbes delle persone più ricche negli Usa, e il 162esimo a livello globale.

Personaggio discusso e controverso, adorato dalle sinistre mondialiste e detestato dalle destre sovraniste, Soros è stato al centro di alcuni dei dibattiti geopolitici più caldi della storia recente.

Nato a Budapest da genitori ebrei, Soros è riuscito a sopravvivere all’occupazione nazista dell’Ungheria. Ancora ragazzo, durante l’Olocausto aiuta il padre a falsificare i documenti per aiutare i connazionali a fuggire dall’Ungheria.

Scappato nel Regno Unito nel 1947, si laurea alla London School of Economics con un master in Filosofia, sotto la cattedra del grande Karl Popper, di cui applica i precetti proprio in campo economico-finanziario.

A Londra tenta il successo avviando il suo primo hedge fund, il Double Eagle, nel 1969. Reinveste gli utili l’anno successivo creando il Soros Fund Management. Oggi Soros continua ad essere a capo del Soros Fund, diventato Quantum Fund, e guida le fondazioni benefiche Open Society Foundations. Il nome scelto, “Open Society”, deriva dalla “società aperta” coniata proprio dal suo maestro Popper: l’idea di fondo è lavorare per costruire appunto una società libera e aperta, contro ogni forma di dittatura.

Ma da dove arriva tutta la sua ricchezza? Soros è riuscito a fare fortuna diventando uno dei più grandi speculatori del mondo sui mercati finanziari globali.

Si fa già notare agli inizi degli anni Ottanta con il suo Quantum Fund, cresciuto in pochissimo tempo, fino ad arrivare a 381 milioni di dollari in attività. Il suo patrimonio è stimato in 100 milioni di dollari. Già allora qualcuno inizia a definirlo “il più grande gestore di denaro al mondo”.

Ma la sua ricchezza la deve soprattutto all’ormai celebre “scommessa” fatta nel 1992 contro la sterlina e la lira. Dopo aver ottenuto profitti per oltre 1 miliardo di dollari, con un rendimento del suo Quantum Fund del 35% annuo, Soros si è aggiudicato persino il soprannome di “uomo che ha distrutto la Banca d’Inghilterra“. Si stima che quell’anno Soros abbia ampliato la sua fortuna personale di ben 650 milioni di dollari.

Con una sequenza da maestro di furbissime speculazioni finanziarie, Soros riesce letteralmente a “sbancare”, legalmente, prima la Banca d’Inghilterra e poi la Banca d’Italia. Come? Il 16 settembre 1992, passato alla storia come il “mercoledì nero”, vende sterline a pronti contro termine per un valore complessivo di 10 miliardi di dollari, costringendo la Banca d’Inghilterra a svalutare la sterlina e guadagnando così in un giorno solo una cifra stimata in 1,1 miliardi di dollari. Il costo stimato del “mercoledì nero” per il Tesoro britannico è stato di 3,4 miliardi di sterline.

Esegue la stessa operazione contro la lira italiana. Affiancato da altri speculatori, vende lire allo scoperto, costringendo la Banca d’Italia ad una pesantissima svalutazione. La lira chiude con una perdita di valore del 30% e si trova costretta ad uscire dal vecchio Sistema monetario europeo. Alle accuse di essere stato il fomentatore dell’”attacco speculativo contro l’Italia”, ha sempre risposto che è stata “una legittima operazione finanziaria”. “Mi sono basato sulle dichiarazioni della Bundesbank, che dicevano che la banca tedesca non avrebbe sostenuto la valuta italiana. Bastava saperle leggere”.

Accusato di essere uno speculatore senza scrupoli, condannato per insider trading su Société Générale, acerrimo nemico del presidente Usa Donald Trump (dopo l’elezione nel 2016 di The Donald ha perso quasi 1 miliardo di dollari) e del presidente ungherese Viktor Orban, Soros ha finanziato alcuni dei più grandi movimenti della storia recente, dal movimento anti-Apartheid a quelli per la riunificazione della Germania.

Soros ha donato più di 11 miliardi di dollari per varie cause filantropiche. Le sue donazioni a iniziative civiche per ridurre la povertà e aumentare la trasparenza e per borse di studio e università in tutto il mondo hanno raggiunto i 12 miliardi di dollari. Notevole anche il suo apporto nella transizione pacifica dal comunismo al capitalismo dell’Europa orientale alla fine degli anni ’80 e agli inizi degli anni ’90, finanziando anche con una delle più grandi donazioni di sempre la creazione della Central European University di Budapest.

Sostenitore dei diritti civili, finanziatore dei tanti gruppi attivi a favore dei diritti umani nel mondo, vicino al Partito democratico Usa e in Italia a Emma Bonino (il suo partito +Europa nel 2019 ha ricevuto 200mila euro proprio da lui), paladino della globalizzazione e del liberalismo, ha più volte aiutato le ong a salvare i migranti in fuga nelle acque del Mediterraneo.

Amato dalla sinistra liberista proprio per il suo attivismo nel campo dei diritti umani, per lo stesso motivo viene duramente contestato dalla destra, che da tempo lo accusa di avere un “piano” per traghettare i migranti in Italia e in Europa e portare a compimento una vera e propria “sostituzione etnica”.

Alla base di questa operazione, sempre secondo i partiti e i movimenti razzisti e xenofobi, ma anche le più “morbide” posizioni di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, la necessità di scardinare via via i diritti dei lavoratori, abbattere il costo del lavoro con un appiattimento dei salari, e consolidare una globalizzazione selvaggia dove la forbice tra ricchi e poveri si allarga sempre di più. Un mondo di “schiavi”, per dirla alla Salvini.

L’idea di un piano di sostituzione etnica in realtà affonda le sue radici in qualcosa che va oltre Soros e i suoi. La crisi dei migranti, secondo queste teorie cospirazioniste, è in realtà parte del cosiddetto “Piano Kalergi”, cui si ispirerebbero i potenti del pianeta (banche, organizzazioni internazionali, politici, miliardari, case farmaceutiche, ecc.) per sostituire le “razze europee” attraverso l’accoglienza di milioni di migranti, contribuendo in questo modo a smantellare la cultura europea e a creare un popolo debole e facilmente manipolabile, intellettualmente ed economicamente.

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