Accelera l’inflazione: la Sicilia è la seconda regione d’Italia che soffre di più

E la terza in classifica nazionale per maggiore incremento della spesa di elettricità

Report dell’Osservatorio economico: primato negativo per il numero di Neet

Il conflitto in corso tra Ucraina e Russia si scaglia con forza su famiglie e imprese. L’Osservatorio economico di Confartigianato Imprese Sicilia scatta una fotografia da dove emerge una Sicilia in sofferenza, che si piazza al secondo posto nella classifica nazionale, per maggiore accelerazione dell’inflazione e al terzo posto per maggiore incremento in termine assoluto per la tenuta delle famiglie nell’ultimo anno per la spesa dell’elettricità.  E tutto ciò si riverbera anche sulla domanda di lavoro (il manifatturiero è il settore più in sofferenza) e su altre variabili economiche. Primato negativo anche per il numero dei Neet. Unico dato positivo, riguarda il turismo che torna ad essere un asset importantissimo per la domanda di lavoro, venuto meno il periodo di emergenza e di conseguenza di tutte le restrizioni.

Il report economico è stato presentato questa mattina all’Ibis Hotel di Palermo, nel corso dell’assemblea di Confartigianato Imprese Sicilia.

“Purtroppo, anche oggi, ci troviamo a presentare un report che vede la nostra Isola in sofferenza – dicono Giuseppe Pezzati e Andrea Di Vincenzo, rispettivamente presidente e segretario di Confartigianato Imprese Sicilia – con una pericolosa accelerazione dell’inflazione. Stiamo pagando un prezzo altissimo del conflitto tra Ucraina e Russia. Ma quello che ci preoccupa è anche il primato negativo che abbiamo in Italia per il numero di giovani tra i 15 e i 29 anni non inseriti né in un percorso di studio né in uno di lavoro. È urgente – sollecitano Pezzati e Di Vincenzo – cambiare passo nelle politiche giovanili. Il futuro è oggi. Servono interventi immediati per ridurre il gap tra scuola, sistema della formazione e mondo del lavoro. Occorrono investimenti per favorire il passaggio generazionale nelle imprese, sostegni per i giovani che si mettono in proprio soprattutto sul fronte dell’innovazione, della ricerca e dell’internazionalizzazione. Vogliamo un’Italia, una Sicilia, a misura di giovani e di piccola impresa con riforme che liberino energie e talenti e che accrescano le competenze”.

LA FOTOGRAFIA.

TENDENZE INFLAZIONE AD APRILE 2022.

La crescente inflazione rappresenta una delle conseguenze del conflitto in corso tra Ucraina e Russia che si scaglia con forza su famiglie e imprese.
Ad aprile 2022 per le imprese manifatturiere del Mezzogiorno si rileva un debole rallentamento del trend di salita delle attese sui prezzi, diversamente dalle altre ripartizioni, risultato probabilmente dovuto al minor orientamento energy intensive delle imprese del settore. Nonostante ciò, il valore del saldo di aprile ’22 si attesta su un livello di 28,4 punti superiore rispetto a quello di 12 mesi prima (aprile 2021).

Sempre con riferimento al mese di aprile 2022, ultimo dato disponibile, la dinamica tendenziale dei prezzi al consumo si attesta in Sicilia al +6,9%, secondo incremento più elevato dopo quello del Trentino A.A. e superiore rispetto al +6,0% rilevato a livello nazionale; con dinamiche più accentuate a livello provinciale (dato disponibile per 6 delle 9 province) troviamo Catania (+7,3%) e Palermo (+7,0%).

Tra le voci di spesa che subiscono un incremento decisivo dei prezzi, causa conflitto, troviamo quella riferita ad abitazioni, acqua ed elettricità, il cui incremento è per 98% correlato al deragliamento del prezzo dell’elettricità: in Sicilia tale voce di spesa segna un +23,2% che la posiziona 13^ su 20. Con dinamiche più accentuate a livello provinciale troviamo Catania (+24,1%) e Messina (+23,5%).

La nostra regione, inoltre, figura terza (dopo Lombardia e Lazio) per incremento maggiore in termini assoluti della spesa per elettricità sostenuta dalle famiglie: +464 milioni di euro nell’ultimo anno; e sempre seconda per incidenza di tale valore sul PIL (0,56%) indicatore che ne segnala gli elevati effetti recessivi sull’economia del territorio.

 

MERCATO DEL LAVORO.

Sul fronte mercato del lavoro si colgono indicativamente tre evidenze distinte. La prima riguarda la domanda di lavoro espressa dalle imprese con dipendenti dei servizi e del manifatturiero esteso che per il trimestre maggio-luglio 2022 in Sicilia mostra un trend positivo (+50,8%), che la posiziona 4^ dopo Sardegna, Calabria e Puglia.

Restringendo il campo di analisi alle sole previsioni di assunzioni espresse per il mese di maggio 2022 sono evidenti segnali di indebolimento di quest’ultima nel settore manifatturiero, nelle costruzioni tiene la spinta positiva riducendo però di intensità rispetto ai mesi precedenti, mentre resta in crescita per i servizi, grazie al traino del turismo. Quest’ultima evidenza si fa più consistente nelle province di Messina e Trapani.

Turismo. Non si indebolisce ma anzi si rafforza la domanda nel comparto servizi. La Sicilia è quarta per incremento della domanda di lavoro nel settore e l’incremento è guidato dal buon andamento dei servizi di alloggio e ristorazione dei servizi turistici.

Il turismo torna ad essere un asset importantissimo per la domanda di lavoro. Grazie al fatto che è venuto meno il periodo di emergenza e di conseguenza tutte le restrizioni. Sia nelle vacanze di lungo corso che in quelle più corte, nella classifica, nel 2021, è entrata la Sicilia.

Tasso di occupazione. Quanto rilevato da questi dati più recenti si riflette su un mercato del lavoro che seppur nel 2021 era in fase di recupero non aveva ancora raggiunto i livelli pre crisi (2019).
Il tasso di occupazione siciliano, il più basso a livello nazionale, si attesta al 41,1% inferiore di soli 0,1 punti rispetto a quello 2019 ma pù basso di ben 30 punti rispetto al tasso di occupazione della prima regione in classifica (P.A. Bolzano con tasso occupazione del 70,7%).

Cinque province siciliane su nove figurano tra le ultime 10 province italiane per valori più bassi del tasso; tuttavia, cinque province nel 2021 registrano un tasso superiore a quello pre crisi, con Enna al secondo posto nel rank nazionale per maggior incremento del tasso (+4,1 punti) e Ragusa al nono posto (+2,1 punti). Mentre troviamo riduzioni pù accentuate del tasso di occupazione 2019- 2021 a Catania (-2,1 punti) e Siracusa (-2,2 punti).

 

Le preoccupazioni sul fronte lavoro.. inattività, neet e difficoltà di reperimento.

Tra le conseguenze preoccupanti della pandemia sul mercato del lavoro abbiamo l’incremento dell’inattività e il fenomeno dei Neet tra i giovani dai 15 ai 29 anni. In Sicilia il tasso di inattività risulta nel 2021 sopra di un punto rispetto al 2019 e la quota di giovani non inseriti né in un percorso di studio né in uno di lavoro risulta la più alta in Italia (36,3%), valore che però fortunatamente non ha subito alcun’accelerazione causa pandemia.

A livello provinciale, si registra un aumento maggiore del tasso di inattività a Siracusa (+4,7 punti, 3^ provincia italiana per incremento), Catania (+2,9 punti) e Agrigento (+2,3 punti). Il fenomeno dei Neet, invece, a livello provinciale, nell’anno della pandemia (2020) rispetto al pre crisi (2019), segna incrementi a Catania (+3,3 punti), Siracusa (+1,9 punti) e a Ragusa (+1,1 punti).

Permangono anche nel 2022 le criticità dovute alle difficoltà di reperimento di profili professionali: in Sicilia a maggio 2022 la quota di entrate ritenute difficili da reperire sono il 34,4% quota superiore di 12,7 punti rispetto al valore di maggio 2019 (29,2%). A livello provinciale le criticità maggiori si registrano ad Agrigento (39,9%, +21,2 punti su maggio 2019), Trapani (38,2%, +18,6 punti) e Siracusa (37,7%, +11,7 punti).

 

ALTRI TREND DELL’ECONOMIA REALE: LE IMPRESE

Attraverso i dati dell’e-fattura è possibile esaminare e confrontare l’ammontare dell’imponibile IVA di imprese e professionisti della fatturazione elettronica 2021 con quello del 2020 e 2019. Nel far ciò ne risulta che il 2021 anche per la Sicilia, come per la maggior parte delle regioni, si conferma anno del pieno recupero sia rispetto al 2020 (+27,1%) che rispetto al 2019 (+22,4%, secondo maggior incremento osservato a livello nazionale dopo quello della Provincia Autonomia di Trento).

In Sicilia al I trimestre 2022 il tasso di crescita delle imprese risulta negativo sia per l’artigianato (- 0,37%) che per il totale (-0,06%). A livello provinciale tasso di crescita positivo per l’artigianato a Palermo (+0,01%) e migliore di quello regionale a Siracusa, Trapani e Ragusa.
Dinamiche positive e più intense per le imprese registrate artigiane siciliane, nei primi tre mesi dell’anno in corso rispetto allo stesso periodo del 2021, le rileviamo per Costruzioni (+3,7%), Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (+3,4%), Servizi di informazione e comunicazione (+3,2%), e Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+2,9%).

Le iscrizioni delle imprese.  Le iscrizioni rappresentano una variabile chiave il cui trend permette di misurare la capacità rigenerativa di un tessuto produttivo. Nel I trimestre 2022 in Sicilia le iscrizioni restano inferiori sia rispetto allo stesso periodo del 2021 (-11,5%) che rispetto al I trimestre 2019 (-21,8%), cali più accentuati rispetto a quelli rilevati in tutte le altre regioni. Ciò preoccupa rispetto alla capacità di tenuta nel prossimo futuro del tessuto imprenditoriale del territorio.

I settori che mostrano nei primi tre mesi dell’anno crescite più sostenute delle iscrizioni rispetto allo stesso trimestre pre crisi sono Costruzioni (+51,6%), Istruzione (+42,9%), Attività finanziarie e assicurative (+41,9%) e Attività professionali, scientifiche e tecniche (+11%), mentre rispetto al I trimestre 2021 sono: Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (+30,4%), Costruzioni (+14,9%) e Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+13,8%).

A livello provinciale le migliori performance delle iscrizioni al I trimestre 2022 rispetto al I trimestre 2021 le rileviamo per Siracusa (+2,8%) e Messina (+2,6%), mentre rispetto al I trimestre 2019 rileviamo riduzioni più consistenti del numero di nuove imprese a Catania (-33,0%) e Ragusa (-27,0%).

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