WhatsApp ora ci dice chi è l’autore di un messaggio

WhatsApp ha fatto una scelta molto precisa e l’ha già comunicata a tutti: si punta sui profili business, per fare diventare la piattaforma un vero e proprio strumento di lavoro e per “spingere” la sottoscrizione di abbonamenti a WhatsApp Premium, versione di WhatsApp a pagamento già annunciata ma non ancora arrivata.

Le aziende, però, sono per definizione anonime: quando dialoghi con loro non sai mai chi c’è dall’altra parte, se un dipendente appena assunto o il capo in persona. Per questo motivo WhatsApp ha già in mente la soluzione e sta per lanciarla, tanto che la novità è già presente in tutte le app beta (Android, iOS, Desktop) e fa il paio con una seconda novità, anch’essa in arrivo su tutte le piattaforme. WhatsApp, quindi, sta cambiando, sta crescendo e si sta evolvendo: da strumento gratuito per il divertimento e l’uso personale, a strumento di lavoro a pagamento che serve a fare business. Ecco cosa vedremo a breve su WhatsApp.

WhatsApp: i dispositivi collegati

Per capire l’ultima novità in arrivo su WhatsApp, dobbiamo citare prima la penultima: la possibilità di rinominare i dispositivi collegati ad un account WhatsApp.

Già oggi, come ormai sappiamo un po’ tutti, è possibile usare WhatsApp multi dispositivo, seppur con diversi limiti: massimo 4 dispositivi, solo uno dei quali può essere uno smartphone. Domani, invece, non sarà così: i profili business con WhatsApp Premium, ad esempio, potranno usare lo stesso account WhatsApp con un massimo di 10 dispositivi, anche più smartphone contemporaneamente.

Questi dispositivi potranno essere rinominati, quindi ogni smartphone, tablet o computer dal quale si usa il profilo WhatsApp dell’azienda per ricevere o inviare un messaggio potrà avere un nome univoco: “iPhone Mario“, “Samsung Luigi“, “Huawei Elena” e così via.

WhatsApp: chi ha scritto quel messaggio

Su WhatsApp Business, quindi, sarà a breve possibile dare “un nome e cognome” ad ogni dispositivo usato per chattare e questa è una novità molto importante.

L’esempio tipico è quello della piccola azienda, con un servizio assistenza gestito internamente e composto da una decina di persone al massimo. Il cliente scrive all’azienda su WhatsApp per avere informazioni o assistenza e uno dei dipendenti risponde, dal suo smartphone collegato all’account WhatsApp Business dell’azienda.

Se tutto va bene il cliente riceve le informazioni di cui ha bisogno, è soddisfatto e tutto si chiude così. Se qualcosa va male il cliente inizia a lamentarsi e vuole sapere con chi sta dialogando.

Lo precisiamo subito: non potrà saperlo, almeno non il cliente: il titolare dell’account, invece, potrà semplicemente selezionare il messaggio “contestato” e aprire le relative informazioni. Oltre alla data e all’ora di consegna e lettura del messaggio, infatti, vedrà anche il nome del dispositivo dal quale è stato inviato.

In questo modo, quindi, “ai piani alti” delle piccole e medie aziende che usano WhatsApp Business si potrà sapere se qualche dipendente non si è comportato in modo corretto con un cliente o con altri dipendenti: basterà andare a leggere se il messaggio è stato inviato da “iPhone Mario“, “Samsung Luigi” o “Huawei Elena“.

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