Terremoto: Coldiretti, colpito il 10% della produzione di Parmigiano

Il terribile sisma che ha sconvolto le terre dell’Emilia Romagna ha prodotto notevoli danni anche al comparto economico produttivo dell’intera regione. A risentirne sono i prodotti tipici della zona e soprattutto il Parmigiano reggiano. Secondo una stima di Coldiretti circa il 10 per cento della produzione italiana di Parmigiano Reggiano è stata colpita dal terremoto, che ha lesionato i magazzini di stagionatura nel modenese e fatto rovinare a terra oltre 300mila forme di Parmigiano Reggiano a causa del crollo delle ‘scalere’, le grandi scaffalature di stagionatura che sono collassate sotto le scosse. Nella provincia di Mantova altre centomila forme di Grana Padano, il 2 per cento della produzione totale, sono andare perse. Le perdite subite dai due formaggi più famosi d’Italia – sottolinea la Coldiretti – fanno salire notevolmente il conto dei danni nel settore agroalimentare: per ora sono già 200 milioni di euro se si tiene conto anche di crolli e lesioni degli edifici rurali (case, stalle, fienili e serre), danni ai macchinari e perdita degli animali sotto le macerie, come a Massafinalese nell’azienda Veronesi dove sono morti oltre 100 maiali. La Coldiretti chiede una moratoria fiscale e previdenziale a partire dall’Imu per le aziende dei territori interessati dal sisma. Duramente colpiti per il Parmigiano Reggiano i magazzini delle aziende Albalat di Albareto e La Cappelletta di S. Posidonio, entrambe in provincia di Modena, e dell’azienda Caretti a San Giovanni in Persiceto (Bologna). A subire i maggiori danni sono state soprattutto le forme fresche, quelle con sei mesi di stagionatura, ormai irrimediabilmente danneggiate. E il bilancio – sottolinea la Coldiretti – è aggravato anche dalla difficile individuazione di nuove strutture per la stagionatura delle forme rimaste integre. Le forme irrecuperabili saranno destinate alla fusione con perdite economiche enormi se si tiene conto che il prezzo medio al consumo in Italia del Parmigiano Reggiano si attesta sui 15,3 euro al chilo e che le 3,3 milioni di forme prodotte in un anno hanno un peso medio di 40 chili.

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