E parla dei suoi genitori, Luigi e Margherita. «Non si dice sordomuti, soltanto sordi, perché parlano comunque una lingua, quella dei segni». Papà è morto a 57 anni, quando ne avevo soltanto 25. Infarto, era cardiopatico. Ho imparato prestissimo ad essere responsabile, indipendente».
Augusta Montaruli parla della reazione della mamma quando è diventata onorevole. «Si è preoccupata: “Non è che adesso vai a Roma e non ti vedo più? A me chi mi aiuta?” Sono sua figlia ma anche sua madre». Si è mai sentita diversa dagli altri?, chiede il Corriere. «Tutti quei doveri li vivevo come un peso – risponde – una scocciatura, però in fondo era normale. Ciascuno di noi è figlio di quel che vive, l’ho visto come un arricchimento e non mi sono mai considerata sfortunata, anzi, ho sempre sentito di avere un talento in più, è il resto del mondo che ti vede come se ti mancasse qualcosa. La diversità non è un disvalore, ma un dono, siamo tutti, a modo nostro, unici e irripetibili».