La motivazione con cui Sala ha spiegato che non parteciperà agli Stati generali della cannabis, organizzati dal consigliere dem di Milano Daniele Nahum e che si svolgeranno venerdì e sabato 8 e 9 luglio. «Nahum mi ha avvisato, ma non potrò andarci. Come sapete – ha detto Sala ai cronisti – mi sono già espresso parecchie volte a favore della liberalizzazione», ma «non so se in questo momento questa è la priorità e quindi, in questo momento, la mia agenda personale prevede di stare concentrato su una serie di altre cose».
Parole nette, senza appello. Di fronte alla ‘sciagurata’ ipotesi che il governo possa aprire a una legalizzazione e a una depenalizzazione dell’uso dello spinello. “Oltretutto – aggiunge Ramonda -,quando finisce l’uso della cannabis si vuole reiterare questo piacere o passare perfino a sostanze più forti. Riteniamo, infatti, che aprire alla cannabis possa portare in futuro a depenalizzare altre sostanze più pesanti”. Le cosiddette droghe leggere – che ‘leggere’ non sono – restano una possibile anticamera all’uso di sostanze stupefacenti più dannose e talvolta mortali. “Noi non siamo contrari al suo uso terapeutico”, tiene a precisare il presidente della Giovanni XXIII. “Ma deve essere un medico a dire quando, quanta e in quali condizioni assumere questa sostanza. Non si può pensare di prenderla liberamente e arbitrariamente senza un controllo. Anche perché il suo utilizzo può in alcuni casi portare a seri disturbi neurologici. Noi nella nostra comunità abbiamo un centinaio di ragazzi che da decenni seguiamo nel loro percorso terapeutico. E vediamo i danni che la cannabis può provocare”.