In un weekend come tanti altri, spensierato e rovente per le temperature estive che non danno tregua in tutta Italia, c’è chi si ritaglia il tempo per un appello che sa di denuncia: Francesca Fialdini ha voluto condividere sui social la storia di sua cugina Marisa, che sta lottando contro ben 5 malattie rare, e non solo. A renderle più difficile questa battaglia è la burocrazia, che le ha messo davanti quello che è stato finora il suo ostacolo più grande.
Francesca Fialdini, la storia di sua cugina
“Mia cugina Marisa è una forza della natura” – ha scritto Francesca Fialdini sul suo profilo Instagram, in un post corredato da bellissime foto che la ritraggono durante una serata felice e divertente in compagnia delle persone a lei più care. Tra queste c’è sua cugina, una donna che non ha mai perso il sorriso nonostante le difficoltà che la vita le ha posto. “Affetta da 5 malattie rare, è un caso davvero molto complesso. È seguita dal centro di malattie rare di Milano, che da quando c’è il Covid non la visita più di persona per ovvie ragioni; però la sua cartella clinica nel frattempo si è evoluta così come le sue patologie hanno deciso”.
L’emergenza sanitaria che stiamo affrontando ormai da più di due anni ha messo in crisi ospedali e cliniche in tutto il Paese, e talvolta a rimetterci sono i pazienti che non riescono più ad ottenere non solo le cure necessarie per combattere le proprie malattie (almeno nei casi più drammatici), ma anche quei piccoli gesti di umanità che tanto servono a sentirsi più di un numero. In qualche modo, questo è proprio ciò che è successo alla cugina della Fialdini, che da mesi sta aspettando le venga riconosciuta una nuova carrozzina per poter tornare ad essere autonoma
“La resistenza di Marisa è invidiabile tanto quanto la fiducia nella scienza e nelle nuove tecnologie, ma che fatica inutile aspettare una carrozzina perché quella che ti hanno mandato è rotta, inutilizzabile, e quella nuova si è persa nei meandri di email piene di promesse” – ha proseguito la conduttrice, in un messaggio che appare via via sempre più volto a denunciare una situazione in cui a regnare sembrerebbe essere la disorganizzazione. Stavolta, toccandola molto da vicino, ha deciso di non restare in silenzio.