Dollaro sempre più forte, euro sempre più debole: cosa può accadere

Da inizio anno il calo della moneta unica dell’Unione europea è superiore all’11,8%, con un -7,9% messo a segno solamente negli ultimi tre mesi.

L’euro continua a indebolirsi sul dollaro e scambiare ai minimi degli ultimi 20 anni contro il biglietto verde. Il cambio EUR/USD si colloca a quota 1,0025, in leggero recupero rispetto agli 1,0005 segnati nelle scorse ore, il valore più vicino alla parità toccano fino a ora. Da inizio anno il calo è superiore all’11,8%, con un -7,9% messo a segno solamente negli ultimi tre mesi.

Spettro recessione

Gli investitori nutrono poche speranze per un miglioramento delle forniture energetiche europee in tempi brevi e le banche centrali non mostrano segni di essere distratte da forti cicli di stretta monetaria. In questo scenario la BCE appare più debole, in quanto deve affrontare i timori di inflazione  e allo stesso tempo di evitare di portare l’economia dell’Eurozona in recessione.

“La settimana è appena iniziata ma possiamo già trarre alcune conclusioni sui due temi che stanno guidando i mercati – hanno scritto gli analisti di ING – In primo luogo, i timori di recessione continuano ad attanagliare gli investitori e limitano il rialzo dei tassi di interesse. In secondo luogo, l’Europa è ancora l’epicentro di questi timori di recessione, con l’incertezza relativa alla sua fornitura di energia che determina ulteriormente un cuneo tra i tassi USD ed EUR”.

Dollaro forte su tutti

Il rafforzamento del dollaro non è comunque solo nei confronti dell’euro. L’US dollar index, un indice del valore del dollaro statunitense in relazione a un paniere di valute straniere, continua ad aggiornare i sui massimi in 20 anni, sostenuto da investitori in cerca di beni rifugio e dalle aspettative di ulteriori rialzi aggressivi dei tassi da parte della Federal Reserve. Il dollar index è in rialzo dello 0,37% a 108,23. In precedenza è salito a 108,34, ai massimi da luglio 2022.

Gli analisti: rally eccessivo o no?

C’è però chi crede che questi valori non siano sostenibili a lungo. “A nostro avviso il rally del dollaro è comunque eccessivo, soprattutto in considerazione del rallentamento economico che si evidenzia negli Stati Uniti – ha commentato Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer UBS WM Italy – Inoltre, a lungo termine il ruolo del biglietto verde potrebbe in parte venire insidiato da altre valute (come lo stesso euro o il renminbi) e ciò potrebbe ridurne la domanda. Il dollaro statunitense resta dominante nelle riserve valutarie internazionali delle banche centrali, ma è comunque passato dal 71% del 2000 al 60% alla fine dello scorso anno”.

Molti analisti vedono comunque le prospettive inclinate verso un’ulteriore forza dell’USD a breve termine, seguita da un rimbalzo dell’EUR/USD più avanti nell’anno e nel 2023. “L’elemento chiave da tenere d’occhio è l’inversione dell’incertezza geopolitica e politica insolitamente elevata – ha spiegato Thomas Hempell, Head of Macro & Market Research di Generali Investments – Una volta che le tensioni sull’Ucraina si saranno allentate e il rischio di una recessione nell’area dell’euro si sarà ritirato, è probabile che la fortuna del Dollaro cambi e che l’Euro rimbalzi da livelli molto bassi.

L’altro ingrediente fondamentale per un’inversione di tendenza è la diminuzione dell‘incertezza politica. L’inflazione dovrebbe aggirarsi intorno all’8% nelle economie avanzate durante i mesi estivi: quando emergeranno le prove del picco di inflazione, anche l’incertezza politica verrà progressivamente meno, erodendo un ulteriore elemento chiave del supporto del Dollaro USA”.

Circa Redazione

Riprova

Chiara Zenoni nominata Head of Growth – Directories & Marketplaces presso Italiaonline

Chiara Zenoni è stata recentemente nominata Head of Growth – Directories & Marketplaces presso Italiaonline, …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com