E così la Meloni fa notare: «Il governo Draghi ha sottoscritto con la Commissione Europea l’accordo di partenariato 2021-2027 per i fondi. Meglio tardi che mai… L’Italia è uno degli Stati membri della Ue che usufruisce di più di queste risorse. Ma arriva tra gli ultimi a firmare l’accordo per la politica di coesione. I regolamenti per l’utilizzo di questi fondi sono stati approvati oltre un anno e mezzo fa e ci chiediamo che cosa abbia fatto il Governo Draghi in tutto questo tempo. Un ritardo clamoroso che non giustifica affatto i trionfalismi e i proclami di oggi degli esponenti dell’Esecutivo».
Tempi dilatati a dir poco. Tanto che la Meloni nella sua reprimenda incalza, sottolineando: «Il Governo – aggiunge – dovrebbe invece spiegare perché non ha lavorato per velocizzare la firma dell’accordo di partenariato che avrebbe consentito di avere già dall’anno scorso a disposizione 45 miliardi a fondo perduto e chiarire agli italiani che le nuove risorse Ue potranno essere utilizzate solo dopo l’approvazione dei piani ministeriali e regionali. Senza dimenticare che la Commissione Ue ha ricordato poche settimane fa che rimangono ancora da spendere entro il 2023 ben 32 miliardi di euro della programmazione 2014-2020. Risorse che sono a forte rischio disimpegno e che l’Italia rischia di perdere».
Conti alla mano è presto detto. E il Presidente dei senatori di FdI, Luca Ciriani, lo conferma constatazioni ineccepibili alla mano: «Nell’ultima legislatura abbiamo avuto tre governi creati in laboratorio finiti tutti male. Che senso avrebbe continuare a insistere su questa strada?». L’esponente di Fratelli d’Italia ricorre semplicemente alla logica politica, e nella sua riflessione affidata a un intervento a margine del convegno “Parlate di mafia” – organizzato dal suo partito per il trentennale della strage di Via D’Amelio – lo ribadisce ulteriormente: «Draghi ha ricevuto delle pressioni incredibili. Il Pd e l’attuale maggioranza hanno fatto e faranno di tutto sino all’ultimo minuto per rimanere al potere sfidando la logica che imporrebbe a questo punto di andare a nuove elezioni».
E ancora. «L’Italia ha bisogno di un governo forte e coeso. Ha di fronte a sé emergenze terribili, quindi solo un esecutivo che nasce dal voto degli italiani e da libere elezioni può essere in grado di affrontare i problemi che ci aspettano – conclude Ciriani tirando le somme –. Noi non siamo disponibili a fare da stampella a nessuno», chiosa quindi il senatore. Ricordando una promessa solenne stretta da tempo e proprio con gli elettori: «La coerenza è la nostra bandiera. Faremo parte di un governo a Roma soltanto quanto quel governo sarà di centrodestra».