Uno nuovo studio appena condotto ha svelato che in questo 2022 sono ricominciate le ricerche di lavoro fuori dai confini nazionali: dove e come sta messa l’Italia
Sì è ripreso a viaggiare, anche se con non poca difficoltà, ma si è anche rincominciato a cercare lavoro all’estero, o almeno questo è ciò che emerge da Brain gain or drain?, uno studio condotto da Indeed, un sito per la ricerca di lavoro nel mondo, su come i cambiamenti nella ricerca di lavoro a livello internazionale stiano accelerando la competizione globale per i talenti.
I dettagli dello studio condotto
Questa indagine ha misurato l’attrattiva dei mercati del lavoro per le persone che ne sono in cerca in mobilità internazionale, con un punteggio di interesse netto che considera l’importanza di ciascun Paese come destinazione tra le persone che preferiscono svolgere la propria professione in altri Paesi, nonché la propensione degli individui in cerca di lavoro con sede in quel Paese a cercare all’estero.
Stando a quanto emerso, le ricerche di occupazione fuori dai confini nazionali rimangono del 10% al di sotto della media del 2017-2019, ma allo stesso tempo gli individui che desiderano emigrare dal Paese in cui si trovano sono in netto aumento rispetto al periodo pandemico, quando si era toccato il minimo del -32%.
L’indagine ha preso in esame il tasso di ricerche di occupazione “in entrata” e “in uscita” in 21 Paesi e, secondo tali dati, i posti più gettonati per lavorare sono Lussemburgo, Svizzera, Regno Unito, Germania e Irlanda. Come sta messo lo Stivale? L’Italia, al momento, si posiziona solo al 14° posto.
Pawel Adrjan, economista e responsabile delle attività di ricerca di Indeed per l’area EMEA, ha spiegato che “Le persone in cerca di lavoro in Europa sono sempre più propense a lavorare in altri Paesi. Quelli ad alto reddito esercitano una capacità attrattiva maggiore sulle persone in cerca di occupazione. Ugualmente, i Paesi che hanno registrato i più rapidi tassi di crescita delle offerte di lavoro sul nostro portale hanno scalato la classifica negli ultimi due anni“.
Sebbene non sia in cima alla classifica e le ricerche di lavoro dall’estero siano in calo rispetto al 2019 (- 36%), non manca l’interesse degli stranieri di trasferirsi in Italia per lavorare. Le ricerche di questo tipo provengono principalmente da Germania (11,9%), Regno Unito (11,6%) e Francia (10,8%). Sviluppo software, gestione e information design (visualizzazione presentazione delle informazioni) sono le occupazioni più gettonate da chi vuole venire nel nostro territorio a lavorare.
Gli italiani, invece, cercano principalmente lavoro negli Stati Uniti (22%), Svizzera (17,1%) e Regno Unito (16,3%). Seguono, con distacco di oltre 5 punti percentuali, Francia (11,1%), Germania (7,3%) e Spagna (6,7%).
“Non è certo una novità che gli italiani si spostino per lavoro, ma è vero che le imprese italiane si troveranno sempre più a competere per i talenti in un mercato globale in cui i confini tradizionali sono caduti, soprattutto in quei lavori con retribuzioni più alte e che possono essere svolti a distanza. Molti datori di lavoro si stanno già attrezzando per assumere dall’estero per fare fronte ai numerosi posti vacanti. Una grande opportunità anche in ottica di inclusione” ha concluso Adrjan.
A prescindere dalla situazione nel nostro Paese, quel che è certo è che un’esperienza di lavoro all’estero è una buona occasione per arricchire la propria visione del mondo, il proprio curriculum e le capacità personali.