Il governo è a caccia di fondi per contrastare il caro energia. Ma le prime interlocuzioni tecniche a Palazzo Chigi – tra il sottosegretario Roberto Garofoli e i ministri all’Economia e alla Transizione Ecologica Daniele Franco e Roberto Cingolani – rimandano ad un quadro d’intervento complicato, in cui sarà necessaria un’attenta ricognizione delle risorse a disposizione.
Anche per questo, il provvedimento tanto invocato dai partiti, salvo colpi di scena, potrebbe non essere immediato: in ambienti dell’esecutivo, per ora, si parla genericamente del mese di settembre. Se è molto difficile che il premier Mario Draghi apra ad uno uno scostamento di bilancio a nemmeno un mese dal voto, ci sono alcune misure che vengono date quasi per certe. Come il prolungamento degli sconti sui carburanti – in vigore fino al 20 del prossimo mese – che si ‘autofinanziano’ con l’extragettito.
Nel corso delle interlocuzioni tecniche sul caro energia che si sono svolte in giornata a Palazzo Chigi, con i ministri dell’Economia, Daniele Franco e della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, a quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, è stata avviata un’analisi sia sull’impatto delle misure già prese a tutela di famiglie e imprese, sia sul gettito degli extraprofitti delle società energetiche e sulle sanzioni in caso di inadempienza. Si sarebbe parlato anche della proroga degli sconti sui carburanti.
Mentre il caro bollette prosciuga i risparmi degli italiani, la tassa degli sugli extraprofitti delle società energetiche per finanziare un nuovo decreto di sostegno all’economia si sta rivelando un vero e proprio flop, perché finora la maggior parte delle imprese ha deciso di non pagarla, e di fare ricorso. Con il decreto aiuti di agosto, le imprese energetiche sono state obbligate ad applicare un’aliquota del 25% sugli extraprofitti ottenuti grazie all’aumento dei prezzi di gas e petrolio. Dei 4,2 miliardi di euro attesi con la prima rata, lo Stato ha incassato poco meno di 1 miliardo.
Nella caccia alle risorse per tamponare la crisi, gli extraprofitti rappresentano una parte importante. Partiti e sindacati sembrano tutti d’accordo. Lo stesso Mario Draghi si era detto pronto, dopo la stretta di agosto, anche a intervenire ancora per indurre le aziende a pagare. Ma alla luce della difficoltà a incassare l’acconto, sembra difficile immaginare nuovi rialzi.
Inoltre nei giorni scorsi il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha proposto di estendere la tassa sugli extraprofitti anche a settori come banche e farmaceutica. “Serve subito un nuovo intervento per famiglie e imprese, da finanziare ridistribuendo tutti gli extraprofitti, non solo quelli delle aziende energetiche, ma ad esempio anche quelli di banche e farmaceutici, mai così alti da 10-12 anni”.
Come ricorda la Cgia di Mestre, se a causa dei rincari di luce e gas, molte imprese sono a rischio chiusura, altre invece, “sfruttando” questa congiuntura così negativa, hanno registrato fatturati da capogiro. Secondo quanto riportato dall’ufficio studi dell’associazione degli artigiani, le imprese energetiche presenti in Italia nei primi 5 mesi di quest’anno hanno visto aumentare i ricavi, rispetto allo stesso periodo del 2021, del 60%. Scrive l’associazione veneta:
“Che ciò sia legato all’andamento dei prezzi delle materie prime energetiche lo dimostrano anche i dati di questi ultimi anni. Con riferimento al periodo gennaio-maggio, la crescita del fatturato delle imprese del settore energetico nel 2019 è stata dello +0,5 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; successivamente, in piena pandemia i ricavi invece sono crollati del 34,6 per cento (gennaio-maggio 2020 sullo stesso periodo anno precedente); diversamente, nei primi 5 mesi del 2021 la variazione è stata del +19,6 per cento. Quest’anno, infine, il fatturato ha subito una impennata impressionante che, come dicevamo, è stata del +60 per cento”.
“Nessuno chiede un accanimento fiscale contro le grandi imprese dell’energia: sarebbe ingiusto. Va infatti ricordato che non necessariamente ad un aumento del fatturato corrisponde un analogo incremento dell’utile. Tuttavia, appare evidente che il risultato economico di questo settore nell’ultimo anno è stato molto positivo. E, anche per una questione di solidarietà e di giustizia sociale, queste realtà dovrebbero versare almeno quanto imposto dallo Stato con una legge per aiutare economicamente le famiglie e le imprese più in difficoltà. Invece, le grandi imprese energetiche si sono guardate bene dal farlo. Almeno con la prima scadenza prevista lo scorso 30 giugno”.
Di fronte a questo atteggiamento, “se la nuova norma per recuperare queste mancate entrate inserita nel decreto Aiuti bis non dovesse sortire effetto, l’erario potrebbe perdere quest’anno oltre 9 miliardi dei 10,5 previsti con l’introduzione di questa tassazione sugli extraprofitti. Certo, di fronte agli aumenti registrati in questi ultimi giorni, 9 miliardi di euro farebbero ben poco per calmierare i costi delle bollette di famiglie e imprese. Tuttavia, è una questione che mette a repentaglio la nostra coesione sociale: in un momento di difficoltà come questo, chi più ha deve aiutare chi sta peggio”.
“Siamo certi che con la prossima scadenza anche queste realtà imprenditoriali onoreranno i loro impegni con il fisco, così come previsto dalla legge. Sarebbe inaccettabile se ciò non avvenisse. In primo luogo, perché una fetta importante della nostra imprenditoria eluderebbe vergognosamente il fisco. In secondo luogo, ancorché fino ad ora non sia possibile provarlo, tra coloro che non hanno versato al fisco quanto richiesto, potremmo annoverare anche le multiutility controllate dagli enti locali o a partecipazione statale; se fosse così, oltre al danno ci troveremo di fronte anche ad una vera e propria beffa”
“Viviamo un’emergenza energetica e per le famiglie e le imprese servono risposte forti. Noi proponiamo un contratto luce sociale per darla gratis fino al 50 per cento per le famiglie con redditi medio bassi, mentre per la parte eccedente prezzi calmierati e raddoppio degli sconti alle imprese”, dice Giuseppe Provenzano. “Bisogna fare pagare gli extra profitti, perché è qualcosa di vergognoso e immorale che aziende che hanno guadagnato grazie all’aumento dei costi dell’energia, anche a causa di molte speculazioni, in questo momento non non li stanno pagando”, spiega il vicesegretario nazionale del Pd. “Sono convito che le risorse vadano prese anche dagli extra profitti, proprio per fare quello che noi abbiamo proposto: se vogliamo scorporare il prezzo del gas, che è aumentato, dal costo dell’energia e far pagare il costo della produzione – le fonti rinnovabili vengono prodotte a un sesto, un decimo rispetto al prezzo del gas – ebbene, noi abbiamo l’esigenza di recuperare delle risorse che servono a compensare gli aumenti del gas per le famiglie e per le imprese prendendoli proprio dagli extra profitti delle aziende energetiche”.
”